Pagelle azzurre: si salva solo Quagliarella. Il mister? È Macello Lippi…

Marchetti è incolpevole, ma l’apatia dell’ultimo match coinvolge anche lui. Rimpianto Pirlo, senza il suo infortunio forse avremmo visto un centrocampo diverso. Iaquinta e Pepe disastrosi: per uno si chiudono le porte della Nazionale, l’altro è meglio che si tenga alla larga dall’azzurro

di Francesco Guarino

Federico Marchetti, un mondiale frustrante per lui (Football365.com)

Marchetti: 5,5. A differenza delle due partite precedenti stavolta riesce a sporcarsi i guanti in un’occasione, ma le tre pappine rimediate peggiorano il suo voto. Poco reattivo in occasione dell’1-0: è vero che De Rossi perde palla scelleratamente, ma lui ci mette un eternità a sdraiarsi per smanacciare. SLOW-MOTION.

Zambrotta: 5. Neanche il tempo di celebrarlo che torna ad essere quello del Milan 2009/2010. Timoroso, impacciato, macchinoso. Capisce che la squadra è in difficoltà e cerca di aiutare di più in copertura, ma in questa partita bisognava colpire l’avversario ai fianchi, non rintuzzare i suoi attacchi. IMBARAZZATO.

Cannavaro: 4,5. Il modo peggiore per chiudere in azzurro. Sull’1-0 Vittek si infila tra lui e Chiellini con facilità disarmante, manco avesse una marcia in più (che infatti non ha). Per il 3-1 che chiude la partita è lui a guidare la carica delle belle statuine, mentre Kopunek taglia in due la difesa. Probabilmente si è già tarato sui livelli calcistici dell’Arabia Saudita. SCUGNIZZO MILIONARIO.

Chiellini: 3. Il re Giorgio che lo scorso europeo aveva mostrato le stimmate del leader difensivo ha deciso di abdicare: 1-0, è in ritardo sulla chiusura; 2-0, Vittek lo brucia come un dilettante; 3-1, Kopunek gli passa davanti e non riesce neanche a prendergli la targa. Juventus e Italia: un anno da incubo per lui. SCIOCCATO.

Criscito: 5,5. Ordinaria amministrazione per il giovane Domenico di Cercola. Nel primo tempo non si passa quasi mai dalle sue parti, nella ripresa Lippi lo sostituisce per ovviare al difetto di spinta che il terzino ha palesato già dalla scorsa partita. Ha 24 anni, nella rifondazione prandelliana ci sarà spazio per lui. RIMANDATO A SETTEMBRE. (dal 1’s.t. Maggio: 5,5. Lippi vorrebbe più spinta da lui, ma l’esterno del Napoli vede pochi palloni e da terzino non trova con facilità il fondo del campo, come invece faceva da esterno offensivo alla Samp. INCATENATO.)

Montolivo: 5. Serviva il salto di qualità, non è arrivato. Il centrocampo a tre non lo aiuta, resta imbrigliato tra le maglie dei cinque slovacchi che presidiano la linea mediana e non trova neanche uno spunto importante. Ci aveva abituato bene, ha deluso le aspettative nel momento più importante. MOSCA NEL BARATTOLO. (dall’11’s.t. Pirlo: 6. Vederlo in campo – a non più del 50% della condizione – a disegnare geometrie con facilità irrisoria, è l’unica grande scusante che concediamo a Lippi. Ci è mancato terribilmente in questo Mondiale. INDISPENSABILE.)

De Rossi: 4. L’errore da cui scaturisce l’1-0 è la cosa più deprimente che Danielino abbia mai fatto vedere su un campo da calcio. La sua partita finisce lì, rimane sotto shock per il resto del match e sul 3-1 anche lui si fa passare davanti Kopunek senza reagire minimamente. Deve riprendersi, sarà uno dei punti fermi anche dell’Italia 2.0. INCENERITO.

Gattuso: 5,5. Ci voleva vigore a centrocampo: Rino ha provato a darlo, ma la gamba non è quella del 2006. Stagione difficile fisicamente, Lippi lo butta nella mischia più per il cuore che per i polmoni. Quello ce lo ha sempre, oggi serviva anche altro. CARDIOPATICO. (dal 1’s.t. Quagliarella: 8. Un tiro respinto sulla linea, il guizzo del primo gol, una rete annullata per fuorigioco millimetrico e il capolavoro del 2-0. O è stato un deficiente che si è allenato svogliatamente per un mese – convincendo Lippi a tenerlo fuori a oltranza – o era l’unico uomo in grado di saltare l’avversario e fare tecnicamente la differenza in campo. Ops, noi l’avevamo detto… ADRENALINICO.)

Il gol-qualificazione mancato da Pepe al 51' (Reuters)

Pepe: 4,5. Non è colpa sua, ma oggi più che mai ha dimostrato di non essere adatto alla ribalta internazionale. Ha poca esperienza, non regge la pressione e, elemento non da sottovalutare, non è che abbia poi queste grandi doti tecniche, come dimostra in occasione della palla del 3-3 che gli capita sui piedi a tempo praticamente scaduto. Onesto manovale di centrocampo, issato da Lippi a esterno di caratura mondiale. L’esperienza alla Juventus gli gioverà. O forse saranno i bianconeri a rimpiangere di averlo acquistato. INADEGUATO.

Iaquinta: 4. Dove lo metti sta. Lippi lo ama per questo, noi non lo sopportiamo per lo stesso motivo. Non possiamo permetterci il lusso di avere in Nazionale mezzi giocatori: ci vogliono uomini che sappiano adattarsi, non che debbano per forza essere polivalenti, col risultato di non riuscire a svolgere bene nè un ruolo nè l’altro. Ciclo finito per lui, buon ritorno a Torino. Con Pepe. A pensarci bene, povera Juventus. BOLLITO.

Di Natale: 5,5. Peccato: Totò non è uno dei polivalenti amati da Lippi e non lo abbiamo mai visto esprimersi nel suo vero ruolo di seconda punta. Negli ultimi 45 minuti dell’avventura sudafricana ha deciso di ribellarsi ai diktat del c.t. ed il gol è arrivato, guarda caso, con un inserimento centrale. Per motivi anagrafici probabilmente potrebbe essere finita anche per lui l’avventura in azzurro. Chissà che Prandelli non lo tenga in conto almeno per gli Europei, sarebbe una buona “chioccia” per le nuove leve. ANARCHICO.

L’ALLENATORE – Lippi: 2. Il voto, ovviamente, non è alla carriera, ma al Mondiale sudafricano. In Italia ogni 4 anni ci sono 60 milioni di c.t., e quest’anno dicevano tutti la stessa cosa: la squadra mancava di fantasia, c’erano scommesse azzardate e debiti di riconoscenza saldati in malo modo, a favore di elementi che non offrivano la benché minima garanzia. Il bel Marcello non li ha ascoltati e ha sbagliato tutto, ma ha avuto almeno la professionalità di ammettere le proprie colpe. La nemesi lippiana che risponde al nome di Antonio Cassano ha concluso la stagione sull’altare in tutti i sensi, sposo di Carolina Marcialis e futuro salvatore della patria azzurra. È stata una mattanza calcistica: non la meritava lui, non la meritavamo noi. MACELLO LIPPI.

L’ARBITRO – Webb (INGHILTERRA) 6,5. Partita difficile, che si incattivisce nella ripresa. Sul parapiglia post-gol del 2-1 il direttore di gara inglese decide di non fare il fenomeno e fa bene: doppia ammonizione per Mucha e Quagliarella. Il fuorigioco del possibile 2-2 è una finezza dell’occhio bionico del guardalinee. Ottimoarbitro, ha occhio e polso. Da tenere presente per il resto del torneo, anche se la FIFA difficilmente gli regalerà l’accoppiata finale Champions-finale Mondiale. AUTORITARIO.

Foto homepage: ilgiornale.it

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