New York: l’orto urbano più grande del mondo

Serra idroponica

Serra idroponica

Uno spazio immenso di ecologia all’interno della Grande Mela, un progetto architettonico di altissimo livello a carattere straordinariamente ecosostenibile e di grande rispetto per l’ambiente: arriva a New York, prendendo spunto dalla pratica sempre più diffusa degli orti urbani (piccole coltivazioni casalinghe private che molto spesso vengono fatte su balconi e terrazzi delle case), il più grande tetto verde interamente dedicato all’agricoltura in città.

L’incredibile struttura, una bellissima idea nata lo scorso mese di marzo tramite la società Brightfarms -perennemente alla ricerca di soluzioni abitative conformi al rispetto e alla tutela ambientale e della biodiversità- e in associazione con la Salmar Properties, sorgerà sulla Liberty View Industrial Plaza e sarà la più grande rooftop farm del mondo.

La maxi serra sarà di tipo idroponico, alimentata quindi grazie all’acqua piovana (che quindi non verrà mai sprecata all’insegna del risparmio  e dello sfruttamento di nuove forme di energia alternativa) occuperò circa 100 mila metri quadrati del Liberty View e consentirà a molti di sfruttare uno spazio altrimenti inutilizzato per vere e proprie coltivazioni agricole: un gigantesco terrazzo dove saranno coltivati ortaggi frutta, cibi ecologici, allo scopo di arrivare alla produzione annuale di almeno un milione di chili da distribuire nei mercati della metropoli americana.

Orto urbano

Orto urbano

Il progetto potrebbe prendere il via molto presto e vedere la sua realizzazione già a partire dal prossimo 2013 e porterà numerose conseguenze positive: in primo luogo riqualificherà l’ambiente dando un nuovo look all’edificio, in secondo luogo favorirà il commercio dei prodotti locali. Inoltre la maxi area fornirà a nuovi agricoltori in erba nuove opportunità professionali e di lavoro.

I newyorkesi risulteranno così i primi beneficiari di una novità che potrebbe davvero interessare non solo gli Stati Uniti, ma potrebbe avere una grande valenza a livello internazionale. La speranza è che in futuro anche in Italia, nonostante i tempi che corrono, si possa arrivare a costruire applicazioni di questo tipo.

Adriano Ferrarato

 

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