
Oltre la Notizia: che cosa succede dopo la Prima Pagina?
E´ ormai fuori pericolo Massimo Moro, il tifoso genoano rimasto ferito giovedì prima della partita di Coppa Italia tra Inter e Genoa a San Siro. Fino a ieri la prognosi restava riservata, ma già in serata le sorelle dell’uomo, Nadia e Veronica, avevano dichiarato: «Sembra che il peggio sia passato. Massimo è sveglio e molto reattivo anche se non può ancora parlare perché resta intubato». Secondo le ricostruzioni e la testimonianza della Digos, Moro, in stato di forte ubriachezza, avrebbe reagito malamente ai controlli cui è stato sottoposto prima dagli steward dello stadio e poi dagli agenti di polizia: da lì la colluttazione, il ferimento e – a suo carico – un arresto in attesa di convalida. I famigliari dell’uomo però non sono convinti dei fatti – ricordiamo che alcuni tifosi e amici di Moro hanno detto che si è trattato di un vero e proprio pestaggio da parte dei poliziotti – e vogliono capire «se è successo qualcosa di anomalo» e perché il 38enne si trova in letto d’ospedale. I parenti di Moro stanno ricevendo l’assistenza legale dell’avvocato genovese Riccardo Lamonaca.
Si resta a Milano per parlare di Niccolò Savarino, il vigile ucciso una settimana fa da un Suv mentre era a bordo della sua bicicletta. I funerali si sono svolti nella cattedrale milanese, affollatissima sia all’interno che sul sagrato: il feretro è stato accolto con un grande applauso e giunto di fronte all’altare ha trovato ad aspettarlo il casco d’ordinanza dell’agente. La bara era partita dalla camera ardente, allestita nel comando di polizia locale di Piazza Beccaria, preceduta da un corteo di sei vigili in bicicletta ed un altro centinaio di colleghi a piedi e con indosso la divisa. Presenti in Duomo accanto agli amici e ai parenti – i genitori, i tre fratelli e la compagna Marcella – molti semplici cittadini e vari rappresentanti delle istituzioni: l’attuale sindaco Giuliano Pisapia e l’ex primo cittadino Gabriele Albertini, il comandante dei vigili Mastrangelo, l’ex vicesindaco Riccardo De Corato. Una delegazione è arrivata anche da Campobello di Licata, paese natale di Savarino. Il vescovo Erminio De Scalzi ha ricordato Niccolò, vittima di una «una morte ingiusta», descrivendolo come «un uomo che indossava la divisa senza sentirsi al di sopra degli altri, ma al loro servizio».
Lutto cittadino anche a Roma per i funerali dei 5 giovani morti in un incidente stradale sul Gra pochi giorni fa. Le esequie nella chiesa che si affaccia su Piazzale Beato Giovanni Paolo II, a Tor Vergata: anche lì molta gente oltre agli amici dei cinque ventenni, ai famigliari e al sindaco Gianni Alemanno. Le vittime dello scontro che è costato a tutti la vita sono Mario Ferruzzi (22 anni), Mattia Campaniello (21), Emilia Di Genova (22), Matteo Giovannetti (23), e Arianna Gatti 22, amici da sempre (alcuni erano legati da sentimenti più profondi e con progetti di matrimonio) e uniti, purtroppo, ora anche nella morte. Vivevano nei quartieri periferici di Centocelle e Tor Bella Monaca, ma tutta la città oggi si stringe nel loro ricordo, proprio come ha scritto il primo cittadino su Twitter: «Sono vicino alle famiglie dei cinque ragazzi e insieme a me tutta la città». Secondo le ricostruzioni dei fatti, l’incidente mortale sarebbe stato causato da un colpo di sonno del conducente di un tir che ha travolto in pieno l’auto su cui viaggiavano i 5 ragazzi: Felice Noviello, questo il suo nome, è risultato negativo ai test dell’alcol e della droga, ma tutta una serie di accertamenti sul veicolo e sulla regolarità dei tempi di lavoro sono stati avviati. La procura di Roma ha aperto un’indagine nei confronti di Noviello per omicidio colposo.
Laura Dabbene
Foto via: www.wakeupnews.eu; ansa.it