
Oltre la Notizia: che cosa succede dopo la Prima Pagina?
La rubrica di Wakeupnews che riempie il week end di novità sui temi passati in Primo Piano
di Laura Dabbene
I cibi geneticamente modificati paiono avere ormai, sempre di più, le porte aperte verso le nostre tavole e negli Stati Uniti la Food and Drug Administration, cui spettano le decisioni su ciò che può finire nello stomaco degli americani, sta per dire sì al FrankFish (“pesce Frankenstein”), il salmone ogm. Il supersalmone cresce tre volte più velocemente di quello naturale, con un chiaro vantaggio in termini di disponibilità di prodotto sul mercato: il miracolo si deve al gene della crescita di un altro pesce, lo Zoarces Americanus, particolarmente resistente alle basse temperature. Ron L. Stotish, il manager della compagnia che vorrebbe commercializzare il prodotto, assicura che sapore, colore, vitamine e proteine sono identiche a quelle del salmone naturale. I dubbi sul salmone transgenico non riguardano però solo la salute di chi lo mangia, ma anche quella del Pianeta: quale scenario per l’ecosistema oceanico se il trans-salmone si accoppiasse con quello tradizionale? Il produttore sostiene che verranno ottenuti solo salmoni femmine e sterili ed esclusivamente in vasca, ma se vi fosse per sbaglio qualche maschio fertile ed una fuga fuori programma si avvererebbe quanto prospettato da una simulazione della Purdue University (Indiana): 60 pesci ogm distruggerebbero nel tempo di circa 40 generazioni una popolazione naturale di 60mila esemplari. Altro problema sarà il riconoscimento del salmone ogm nei banchi dei punti vendita: l’etichettatura, infatti, non è al momento obbligatoria se i prodotti geneticamente modificati non differiscono dagli altri in termini nutrizionali e i consumatori potrebbero trovarsi nel piatto, senza saperlo, il trans-salmone.
Ben marchiati e riconoscibili sono invece dal 1 luglio i cibi biologici, almeno all’interno dell’Unione Europea. L’attenzione alla salute e al benessere a tavola, che parte che cibi sani e sempre di stagione, è a ormai al centro di numerose iniziative e il successo del weekend milanese di Saporbio, seguito qualche settimana fa dalla nostra redazione, dimostra come gli italiani siano sempre più attenti a ciò che mangiano. Ottima notizia quindi per tutti i consumatori quella diffusa da Coldiretti che, ricordando l’entrata in vigore del regolamento UE, ha posto all’attenzione di tutti la nuova etichetta che permette di riconoscere facilmente le produzioni biologiche comunitarie. Il nuovo marchio è un’Eurofoglia con 12 stelle bianche, il fondo è verde brillante e al centro campeggia una cometa. Sempre secondo Coldiretti il logo è importante nel nostro Paese anche per tutelare un tipo di agricoltura attenta all’ambiente e che riesce nello stesso tempo ad essere il primo anello di un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro. Si può quindi contribuire alla crescita e allo sviluppo dell’economia con uno speciale occhio di riguardo al pianeta Terra.
Buone notizie anche dal campo della ricerca scientifica per quando riguarda la nostra pelle: a fronte di regole e consigli preventivi e indispensabili per mantenerne la salute, è vero che proprio il melanoma, il tumore che colpisce l’epidermide, è attualmente tra i più micidiali e resistenti ai farmaci. Questo perché a provocarlo sarebbero delle cellule staminali, diverse dalla altre e immuni alle cure tradizionali: ecco la scoperta della Stanford University School of Medicine in California, resa nota dalla rivista Nature, che apre le porte a nuovi campi di ricerca per l’elaborazione di terapie più efficaci. I ricercatori Usa hanno identificato queste “cellule zero” nei melanoma riconoscendole per un loro tratto distintivo: la presenza in superficie della molecola CD271 e la quasi totale assenza di altre etichette molecolari, bersaglio consueto dei farmaci ora in uso in oncologia. Identificare il nucleo più pericoloso di cellule tumorali è il passo indispensabile per intraprendere il cammino della scoperta di una cura, per questo si può parlare di una scoperta sensazionale: essa permetterà di studiare nuove terapie testandole specificatamente sulla resistenza di queste cellule. La soluzione non è certo ancora a portata di mano, ma appare molto meno lontana, ed in generale si avrà un definitivo e determinante mutamento nell’approccio medico e nei criteri di valutazione di gravità del tumore. Il ruolo riconosciuto alle cellule staminali è infatti in grado di spiegare il comportamento di alcune forme di melanoma prima ignote o misteriose anche agli specialisti: un melanoma in fase iniziale può nascondere un nucleo di staminali molto ricco e quindi sviluppare velocemente e improvvisamente delle metastasi, mentre uno in fase avanzata, ma con poche cellule zero, può progredire molto lentamente.
L’importanza della ricerca scientifica in campo medico non può oscurare quella nel campo della geofisica, che mette il mondo di fronte ad un nuovo e inquietante dato: i ghiacci dell’Antartide, fonte di continue sorprese e scoperte, si assottigliano sempre di più e le misurazioni del satellite europeo Envisat dal 2003 ad oggi lo dimostrano chiaramente. Un fenomeno analogo di riduzione delle calotte polari è stato osservato anche in Groenlandia, nell’emisfero nord: quelli dell’isola danese costituiscono il 9% dei giacchi del pianeta e fronte dell’oltre 90% del continente antartico. Queste immense distese di ghiaccio sono dei sorveglianti speciali nello studio del clima e il loro progressivo e sempre più accentuato scioglimento non è un indice positivo nella misurazione della salute della terra. Considerata la superficie di 12 milioni di chilometri quadrati e uno spessore medio dei ghiacci di 2.200 metri, lo scioglimento dell’Antartide, stando ai ricercatori, comporterebbe un innalzamento del livello dei mari fino a 70 metri. Per valutare le conseguenze bastino poche e semplici informazioni: tra le capitali europee, se Madrid si trova a più di 600 metri sul livello del mare, Lisbona è a circa 100, Parigi a 75, Berlino a 47, Londra e Roma a 20, Amsterdam a 0.
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