
Nissan sfida Google: «Auto senza pilota nel 2020»
Yokohama – Una missione ambiziosa, quella delle auto senza pilota, portata avanti negli ultimi anni da Google attraverso il progetto “Driveless car”, utilizzando dei modelli di Toyota Prius e Lexus RX450h opportunamente modificati per introdurre tutte le tecnologie sviluppate dalla casa di Mountain View. A voler intralciare gli sforzi di Google, ora, c’è la Nissan, che attraverso le parole del suo amministratore delegato, Carlos Ghosn, ha espresso un grande interesse nello sviluppare un vero e proprio parco macchine senza pilota, entro il 2020.
«La volontà di Nissan Motor Company di mettere in discussione il pensiero convenzionale e di guidare il progresso è quello che ci rende diversi dagli altri», ha dichiarato Ghosn, che ha ricordato come gli sforzi nello sviluppo di nuove tecnologie siano sempre stati al centro della mission aziendale: «Nel 2007 ho assicurato che, entro il 2010, Nissan avrebbe immesso sul mercato una macchina a emissioni zero. Oggi, la Nissan Leaf è la macchina elettrica più venduta della storia. Oggi, ci prepariamo a realizzare una nuova tecnologia rivoluzionaria, “Autonomous Drive” (Guida Autonoma, n.d.t.), ed entro il 2020 saremo sul percorso per realizzarla».
Il progetto della casa automobilistica giapponese è ambizioso, estremamente ambizioso: iniziare i test già nel 2014, e farli durare per alcuni anni (la durata ufficiale non è stata resa nota), senza la collaborazione diretta con Google, ma utilizzando delle «squadre di ricerca delle principali università mondiali, tra le quali Massachusetts Institute of Technology, Stanford, Oxford, Carnegie Mellon e l’Università di Tokyo», come si legge nel comunicato ufficiale della Nissan.
Sebbene sia Audi che Toyota siano al lavoro su sistemi di guida automatica senza conducente, con prototipi già pronti, l’idea della Nissan di lavorare in piena autonomia, senza cioè il ricorso alla collaborazione con aziende del settore informatico, sembra particolarmente forte. Nel frattempo, Google continuerà a sviluppare la sua driveless car, pur senza uno scopo commerciale, ovvero prevedendo di vendere la propria tecnologia, in un futuro prossimo, alle case automobilistiche che ne faranno eventuale richiesta.
Stefano Maria Meconi