Nibali, Aru e l’ora: l’indimenticabile 2014 del ciclismo

Un report del ciclismo 2014 in poche foto, un paio di imprese e qualche nome italiano: dal Tour di Nibali al Giro di Aru, un anno di ciclismo

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Vincenzo Nibali in maglia gialla, a Parigi (letour.fr)

Il 2014 del ciclismo mondiale è stato soprattutto Tour de France, come sempre accade; WakeUp News ha seguito la stagione con particolare impegno, dedicando ampio spazio a tutte le principali corse e spesso ricorrendo anche ai live degli eventi più importanti. Per ringraziarvi di averci seguito con questa passione, vi dedichiamo i momenti per noi più rilevanti di quanto abbiamo vissuto insieme.

NIBALI, RE GIALLO – Vincenzo Nibali è indubbiamente il protagonista del ciclismo 2014; capace di vincere il Tour de France e più forte degli avversari su un percorso non facile, ha superato montagne, cronometro e pavé per portare la maglia gialla a Parigi. Al Tour è stato il vero padrone, il suo controllo sulla corsa mai in dubbio: merito anche di una forte squadra, ma soprattutto di una preparazione incredibile e di una mentalità sempre all’altezza. Per lui il sogno 2015 è ripetersi, difendendo la maglia gialla contro Contador e Froome: e siamo pronti a tifare per lui.

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Fabio Aru, vincitore a Montecampione (gazzetta.it)

ARU, IL GIRO ONESTO – Il vero protagonista del Giro d’Italia è stato Fabio Aru; terzo nella generale, è stato decisamente il più forte e brillante, tenendo conto della giovane età e delle grandi speranze che si ripongono in lui. La corsa rosa è andata a Quintana, con una truffa degna di Armstrong, senza doping ma non per questo meno pulita, quindi il vero uomo su cui puntare dal 2015 in avanti è il sardo. Insieme a Nibali all’Astana, Aru cercherà probabilmente di confermarsi il prossimo anno e tutti gli italiani sono pronti a tifare per vederlo in maglia rosa: un giovane vincente non può che far bene al nostro ciclismo.

DOPING – Il 2014 del ciclismo, purtroppo, ha avuto il suo pesante ritorno in materia di doping: iniziato con la squalifica di Ballan – carriera finita – e concluso con la querelle della Astana, in mezzo ci sono state le positività di Ulissi e Rabottini – sospesi ma non ancora squalificati – e la cancellazione retroattiva di tutti i risultati al Tour 2009, 2010 e 2012 di Menchov. Nessuna travolgente notizia come nel caso di Armstrong, ma una situazione latente che fa male allo sport.

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Michal Kwiatkowski, campione del mondo di ciclismo su strada (uci.ch)

MICHAL KWIATKOWSKI, L’IRIDE DEL FUTURO – Ottima la prestazione polacca ai Mondiali di Ponferrada. Michal Kwiatkowski ha conquistato una maglia iridata meritatissima e la giovane età del polacco fa pensare a una carriera che potrebbe portargli molte altre vittorie. Si dice che vorrebbe puntare anche alle corse a tappe, ma sembra più probabile che per ora si concentri sull’accumulare vittorie in quelle in linea; con lui Sagan che, confermata la maglia verde al Tour, non è però riuscito a brillare quanto potrebbe.

CANCELLARA FA TRE – Lo svizzero è una vera locomotiva e quest’anno ha fatto storia: la terza vittoria del Giro delle Fiandre lo affianca ai grandi miti della corsa, Buysse, Magni, Leman, Museeuw e Boonen, tutti capaci di fare tripletta. Cancellara avrà l’occasione di provare ancora una volta la vittoria, su un percorso che sembra piacergli come non mai e che ogni anno torna a esaltarlo. Per la sua carriera, però, manca ancora un dettaglio, che a breve metterà a punto: il record dell’ora.

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Jens Voigt e la bici con cui ha siglato il nuovo record (eltiodelmazo.com)

L’ORA, UN GRANDE RITORNO – Il 2014 è stato per il ciclismo l’anno del ritorno del record dell’ora; le lancette erano ferme ai 49,700 chilometri di Sosenka, 2005, ma ci ha pensato Jens Voigt a sbloccare la partita. Il tedesco si è regalato un’uscita di carriera storica, portando il record sopra i 51 chilometri; la prestazione è rimasta in bacheca per poco più di un mese, sostituta da quella di Brandle il 30 ottobre, ma ha dato il via a una serie di tentativi che attende soprattutto tre nomi: Cancellara, Martin e Wiggins.

GIOVANI AZZURRI – Di Aru si è già parlato – bene – così come di Ulissi – molto meno bene; il ciclismo italiano non è certo solo Vincenzo Nibali, anzi. Fanno ben sperare De Marchi e Sonny Colbrelli, tra gli altri, che sembrano poter fornire garanzie per un futuro davvero vincente. Purtroppo la stagione delle classiche per l’Italia è stata dolorosissima, ma la consapevolezza del lavoro per il futuro dovrebbe aiutare i tifosi e il movimento a superare questa fase.

Andrea Bosio
@AndreaNickBosio

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