
Natale in Antartide: a cena con ravioli, risotto e panettone
Anche il team di tecnici italo-francese in Antartide festeggerà il Natale, con un menu preparato per farli sentire più vicini a casa

Antipasto all’italiana, ravioli e risotto: ecco parte del menù preparato alla vigilia di Natale per il team di tecnici italo-francese impegnato in Antartide (foto: isolafelice.forumcommunity.net)
Natale in Antartide? Si festeggerà mangiando ravioli e panettone. No, non è il menu di qualche stravagante ristorante che ha scommesso in una terra decisamente inospitale, ma quello che, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, troverà sul tavolo la spedizione italo-francese nella base Concordia Station per festeggiare la vigilia. Si tratta dei tecnici della XXXI Campagna Antartica estiva 2015-2016 del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), da anni dislocati su una calotta di ghiaccio di 3200 metri con una temperatura di circa -25 gradi centigradi. Antipasto all’italiana, risotto al radicchio e formaggi italiani e francesi andranno a comporre una parte del menu, con l’obiettivo di far sentire i tecnici leggermente più vicini a casa.
NATALE TRA I GHIACCI – «È un Natale molto diverso qui alla base Concordia», ha dichiarato Angelo Domesi, tecnical manager assistant della base italo-francese, che da dodici anni festeggia il Natale tra i ghiacci. La lontananza dalle famiglie viene “accorciata” tramite Skype, strumento utile ma di certo non sufficiente a far sentire a casa i tecnici della missione. «La lontananza da casa si sente – ha proseguito Domesi – siamo proprio tanto distanti. In questi dodici anni ho dimenticato qual è la vita normale, quella fatta di shopping, di file e di pranzi familiari. Forse il prossimo anno mi fermerò , voglio passare il Natale a casa».
MISSIONE SENZA RIPOSO – Tuttavia nemmeno le feste natalizie fermeranno per qualche giorno i lavori della missione. «Lo scorso anno – spiega ancora Domesi – il 25 dicembre dicembre abbiamo lavorato per consentire la partenza ad un aereo che doveva riportare a casa alcune persone. Anche oggi, nonostante sia la vigilia di Natale, abbiamo lavorato per ripulire una zona destinata a ospitare un telescopio». Ma cosa li spinge a trasferire la loro vita in Antartide, privandosi della propria quotidianità? «Si viene qui in Antartide perchè si ha una forte passione e non certo per i soldi, non ci si riposa mai nelle ventiquattro ore e nemmeno nei giorni di festa». Tanti i compiti della missione, tra cui quello di prelevare il ghiaccio a tremila metri di profondità. «È il ghiaccio più antico, risale a 800.000 anni fa, ed è importantissimo per risalire a quale fosse la temperatura in quel periodo e vedere come è cambiato il clima».
Carlo Perigli