
Mozione “salva Tredicine”: le accuse (social) ai grillini
Votata ieri la mozione "salva Tredicine". E' bufera sui social e non solo. Delusi anche gli elettori grillini
Altro (l’ennesimo) sì della discordia. I pentastellati, nonostante i dissidi e le crepe interne dei giorni scorsi, hanno votano compatti, in assemblea capitolina, la mozione ex art. 109 firmata da Andrea Coia, presidente della commissione Commercio. Ciò permetterà alla sindaca Raggi e alla sua giunta di «attivarsi presso il Governo, al fine di ottenere una proroga della direttiva Bolkestein» con la quale si impone, entro maggio 2017, la messa a bando dei posteggi commerciali su area pubblica. Lo scopo? Tutelare 12mila operatori commerciali. Positivo? Forse. Chissà. Quel che è certo è che, ultime ore, si sente in capitale un rancoroso brusio di sottofondo. È il risentimento di quanti leggono in tale mossa politica una “vecchia storia di clientelismo e favoritismi”, la cara ancora di salvataggio messa a disposizione dei “già potenti”. Ed oggi, – dicono – «è la volta del “salva Tredicine”».
LA BUFERA SOCIAL – «La famiglia Tredicine – scrive qualcuno su Facebook – detiene da secoli la metà delle licenze del centro, la mozione è stata cucita su di loro, a loro esclusivo vantaggio». «È una cambiale elettorale»; «Ecco spiegato il 70% preso dalla Raggi alle ultime elezioni». «È la marchetta pagata dai Cinque Stelle per l’appoggio al ballottaggio». E anche il noto blog Roma fa Schifo – molto seguito dai romani e non solo – parla di «Cinque Stelle collusi coi bancarellari».
DELUSIONE A CINQUE STELLE – Ad accompagnare la delusione dei “concorrenti” in politica, vi è quella più amara degli stessi elettori grillini: Qualcuno commenta sotto il profilo del presidente Coia: «Io sognavo una città diversa, nuova, dove anche il commercio ambulante potesse essere un vanto e non un pianto. Sognavo la concorrenza e il libero mercato, quello vero. Sognavo la vera imprenditoria e non gli affarucci alla carlona. È grazie al mio voto che siedi su quella poltrona Andrea e oggi mi vergogno di avertelo dato».
LA REPLICA DELLA RAGGI – «Un favore ai Tredicine? – scrive la sindaca della capitale - Leggetela bene». Per il resto, solo grandi assenze e silenzi assordanti. Nessuno – pare, abbia anche solo tentato di fornire, in virtù dell’osannato spirito di trasparenza, spiegazioni e delucidazioni all’elettorato romano, il quale resta in balia del proprio sconforto.
Antonietta Mente
@AntoMente