MotoGP, Rossi e la conferenza stampa di Sepang: delirio, strategia o realtà?

Show di Valentino durante la conferenza stampa MotoGP di Sepang: Rossi accusa Marquez di aiutare Lorenzo pur di non fargli vincere il decimo titolo mondiale

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Valentino Rossi all’attacco di Marc Marquez. Ma stavolta non in pista… (Facebook: Valentino Rossi VR46 – Nick Chadwick)

Sepang – Come se i 52 sorpassi in pista non fossero  bastati, la gara di Phillip Island riserva scintille anche a quattro giorni di distanza dal traguardo: protagonista indiscusso della bagarre è Valentino Rossi.  Il Dottore conquista la scena in conferenza stampa, prima prendendo le distanze dai tifosi che sui social hanno insultato Andrea Iannone (reo di averlo preceduto in pista in Australia) e, quindi, accusando Marc Marquez di averlo deliberamente ostacolato al solo scopo di favorire Lorenzo nel mondiale.

I FATTI – Jorge Lorenzo è secondo a Phillip Island, Rossi è quarto: a due gare dal termine del campionato, il maiorchino si riavvicina alla vetta iridata. Certo, senza il giro record e il sorpasso finale di Marquez,  i punti di distacco sarebbero potuti essere solo sei, ma Jorge è felice di un secondo posto che vale oro.  Tempi alla mano, Lorenzo è stato infatti dei quattro piloti in lizza per la vittoria quello più lento. Questione di bravura? Non secondo Valentino Rossi, che attribuisce semmai il merito del suo risultato a un complice inaspettato: «Marquez aveva un passo superiore agli altri, ma ha sempre giocato per cercare di far andare via Lorenzo, e tenermi dietro a lottare con Iannone e gli altri. E ancora: «E alla fine ce l’ha fatta: è stato bravo. Una lucidità abbastanza preoccupante, però per me non si fa».

Lucido anche Rossi poi nello spiegare le presunte ragioni di questo comportamento: «E’ arrabbiato con me per una questione personale. Anche se non l’ha mai detto, lui pensa che in Argentina io l’abbia fatto cadere apposta; e poi per Assen, nella sua testa io avrei dovuto scomparire nell’ultima chicane o comunque farmi battere. Da allora se l’è legata al dito e ha pensato come i bambini: non vinco io, però non vinci neanche tu. A quel punto il male minore per lui è che vinca Lorenzo».

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Un attacco tanto improvviso quanto inaspettato: cosa c’è dietro le parole di Rossi? (Twitter @1001ptsIT)

DELIRIO – Che senso avrebbe aiutare qualcuno battendolo a pochi metri dal traguardo? E se Marquez volesse impedire il titolo di Rossi sin da Assen perchè soffiare ad esempio la vittoria di Indianapolis – e i 5 punti annessi – a Lorenzo? O ancora perché stargli davanti a Silverstone, salvo poi cadere? O forse anche la caduta di Silverstone va interpretata in maniera complottistica? Rossi dice di trovare conforto alla sua teoria nei tempi altalenanti di Marc, tempi che Marquez giustifica invece con la necessità di gestire le gomme. Ma se passo e tempi sul giro possono essere davvero interpretati come una scienza esatta, lui allora come giustifica i suoi, in gara spesso vistosamente migliori di quelli tenuti in prova e in qualifica? Si dovrebbe forse gridare al complotto anche per gli ormai proverbiali miracoli della domenica mattina?

STRATEGIA –  Vien da pensare (o da sperare) allora che Rossi non sia completamente serio o che, meglio, abbia ancora una volta voluto giocare con i suoi avversari. Anzi con l’avversario più pericoloso in questo momento, Marquez, vero ago della bilancia del mondiale. Con 11 punti da recuperare, a Lorenzo infatti non basterebbe vincere entrambe le gare rimaste: si tratta di sperare che qualcuno si frapponga tra lui e Rossi. Chi meglio di Marc? Dal canto suo Rossi – se si ritrovasse, come spesso accaduto quest’anno, a essere più lento di Jorge  – deve sperare che questo non avvenga. Che abbia allora voluto pungolare il 93 per spronarlo a dare il meglio di sé? Marquez che fa della sua filosofia “o la va o la spacca” un  segno distintivo non sembra però aver bisogno di certi stimoli, e il rischio che ora – indispettito – giochi volontariamente a sfavore di Rossi non manca.

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Rossi e Marquez: fine di una (presunta) amicizia? (Twitter: @Lettera43)

REALTA’ -  Quello che di buono lascia in eredità la conferenza stampa di Sepang è la fine della sin troppo mediaticamente osannata “amicizia” tra Marc Marquez e Valentino Rossi: la retorica del poster appeso in cameretta e degli abbracci a fine gara poteva funzionare finché i due sembravano su pianeti differenti (uno in ascesa e l’altro in declino), ora che la posta in palio è più alta e gli incontri/scontri in pista più frequenti si vede finalmente la vera rivalità tra i due.

Infine un’altra certezza: la condanna ai leoni da tastiera che hanno insultato Iannone domenica dopo i ripetuti sorpassi ai danni di Rossi. Bel gesto, anche se a domanda diretta, non si poteva fare molto diversamente. Viene da chiedersi allora perchè non ci sia mai stata una parola spontanea sui fischi agli avversari di Misano o del Mugello. E soprattutto perché difendere Iannone sottolineando che non ha fatto altro che la sua gara e accusare invece Marquez, che ha allo stesso modo fatto la sua, di aver addirittura ordito un complotto.

Certo, Rossi non è responsabile della stupidità dei suoi tifosi (ammesso che, come da lui ribadito, si possano davvero considerare tali) ma… Indovinate un po’ sui social nework quale pilota è ora preso di mira con insulti e minacce?

Celeste Verdi

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