
MotoGP, Qatar: Lorenzo zittisce tutti ma trionfano ancora le polemiche
Torna il motomondiale che archivia con la vittoria di Lorenzo la prima gara MotoGP del 2016: complice il disastro della Moto2 e la sfida interna allo Sky Racing Team VR46 in Moto3, in Qatar sono ancora una volta le polemiche a prevalere sullo spettacolo

Più che polemiche che spettacolo in Qatar, mentre Lorenzo parte subito con il piede giusto (foto: yamahamotogp.com)
Il ritorno delle Michelin e il debutto in gara della centralina unica: questa la coppia di novità regolamentari che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto sconvolgere gli equilibri della MotoGP. Allo sventolare della bandiera a scacchi è parso però evidente come l’incertezza abbia riguardato solo i pronostici, perché a lottare per la vittoria sono stati i soliti noti. Leggermente diverso il copione con cui Jorge Lorenzo ha messo a segno l’ennesimo sigillo. La (mini) fuga si è concretizzata solo nel finale, con un giro record in 1.54.927 al ventesimo passaggio da far impallidire la concorrenza.
A destare l’interesse generale è stato allora soprattutto il gesto “zitti tutti” mimato con la mano sul traguardo e ripetuto poi al parco chiuso. Il maiorchino non ha voluto esplicitare senso e destinatari, ma è evidente che volesse mandare un chiaro messaggio a quanti ne abbiano messo in discussione il valore negli ultimi mesi. Comunque sia, l’invito di Lorenzo a tacere offre uno spunto di riflessione importante: anche ieri, infatti, il motomondiale è sembrato riuscire a far parlare di sé soprattutto per polemiche e fatti extrapista. Persino in Moto3, categoria che raramente tradisce le aspettative e dove lo spettacolo sull’asfalto non è mancato.
BULEGA, FENATI E GLI SCREZI TARGATI VR46 - Sul podio della Moto3 ieri Niccolò Antonelli, Brad Binder e Francesco Bagnaia, autore di una prestazione magistrale con la meno performante Mahindra; a far impazzire social e media, sono stati però i due compagni di squadra Bulega e Fenati che, alla lotta in pista, hanno fatto seguire quella a parole nel box. Ad attaccar briga Romano che, visibilmente amareggiato per il podio sfumato, ha individuato nei sorpassi del giovane rampante team-mate la causa principale della mancata vittoria. Non si è fatta attendere, sempre ai microfoni dello sponsor Sky Italia, la risposta di Nicolò, evidentemente ispiratosi proprio al mentore Valentino Rossi: “Si vede che gli tira il c… che gli ho quasi dato paga”.
E, complice anche la citazione celebre, sono in molti a essersi subito schierati dalla parte di Bulega, che ha in effetti ragione nella sostanza, ma forse un po’ meno nella forma. Se Fenati vuole i galloni da capitano è in pista che li deve guadagnare, soprattutto dopo anni di promesse e aspettative mai del tutto soddisfatte. D’altra parte, Nicolò non deve peccare di arroganza e presunzione. In molti, non ultimo lo stesso Fenati, si sono presentati col botto salvo poi mostrare, oltre al talento, anche quei limiti che spesso separano il fenomeno puro dal buon pilota. Insomma, prima di giocare a fare il Valentino Rossi meglio dimostrare di poterne eguagliare, ancor prima delle dichiarazioni, i risultati in pista.
LA “FALSA PARTENZA DELLA DIREZIONE GARA IN MOTO2 – Dopo il caldo finale in MotoGP della scorsa stagione, non c’è riposo per la Direzione Gara che incappa in un pasticcio clamoroso nella middle-class, dove piloti macchiatisi dello stesso crimine – la falsa partenza – hanno visto assegnarsi punizioni diverse e, inevitabilmente, inique.
I guai iniziano al via, quando anche molti pretendenti a vittoria e titolo – tra loro, Rins, Lowes e Zarco – sono tratti in inganno dal semaforo anticipando il loro start, con il risultato di rimediare un ride-through nelle primissime fasi della corsa. Un’anomalia tecnica nella sala di comando ha poi fatto il resto, impedendo alla Direzione Gara di rendersi prontamente conto di altri due jump start, quelli di Franco Morbidelli e Sandro Cortese: una svista clamorosa e non solo perché, nel caso dell’italiano, lo scatto anticipato era risultato evidente a occhio nudo persino agli spettatori tv, ma soprattutto perché nel frattempo i due si stavano rendendo protagonisti della lotta, rispettivamente, per vittoria e podio.
Come gestire allora il ritardo? Con pochi giri allo sventolare della bandiera a scacchi, impossibile imporre ai due il passaggio dai box come penalità: l’unica soluzione praticabile sono parsi i 20 secondi da infliggere al tempo di gara finale, una “punizione” però evidentemente più blanda di quella inflitta a Zarco e compagni che hanno perso ben più di 20 secondi, tra ride-through e rimonta dal fondo. Senza trascurare poi il fattore sicurezza. Morbidelli, ad esempio, non era al corrente della penalità e ha quindi legittimamente provato sino all’ultimo a strappare la vittoria a Luthi: cosa sarebbe successo se uno dei due fosse caduto per giocarsi un finale che, a casa e ai box, si sapeva già essere provvisorio?
LORENZO E IL RINNOVO IN YAMAHA - A tenere banco in MotoGP è invece il rinnovo contrattuale del campione del mondo in carica. Jorge ha sul piatto un’offerta di Yamaha, che lo ha però spiazzato annunciando già venerdì l’accordo biennale con Valentino Rossi. Non che il maiorchino si aspettasse un compagno diverso per gli anni a venire, ma dall’entourage hanno fatto sapere di non aver del tutto gradito le tempistiche scelte dalla casa di Iwata per l’annuncio. E chissà, forse anche per questo, dopo aver passato l’inverno a dire di voler firmare con i giapponesi ancor prima della gara in Qatar, ha scelto di prendere tempo. Sul tavolo, del resto, c’è sicuramente anche un’offerta da parte di Ducati.
Complice proprio il rinnovo e un’incomprensione in pista durante le FP4, la tensione con il Dottore è stata evidente per tutto il fine settimana. I due si sono punzecchiati in un climax di frecciatine culminato con il commento di Rossi sul possibile matrimonio tra Lorenzo e la rossa di Borgo Panigale: «Per firmare con Ducati è necessario essere coraggiosi, occorre avere le palle, quindi penso che Lorenzo rimarrà con la Yamaha».
Che fosse proprio a questa dichiarazione e all’ingombrante team-mate che si riferisse il gesto “zitti tutti”? L’eventualità non è da escludere ma, in ogni caso, sarebbe bello che tutti, Jorge per primo, seguissero il buon proposito e lasciassero parlare la pista per loro.
Mara Guarino