
Moshi Moshi: il nuovo emozionante romanzo di Banana Yoshimoto
Yoshie è figlia di un musicista al quale è legata da profondo affetto. A differenza delle altre sue coetanee è abituata a viaggiare fin da bambina, con la madre al seguito del padre: in tutto il Giappone, ma anche nel resto dell’Asia e nelle grandi città d’Europa e del mondo. Fin dai primi anni di vita è anche abituata al carattere scostante del padre, il quale ogni tanto sparisce, ma senza mai farle mancare affetto e sorprese. Anche la madre sembra perdonargli qualche fuga e qualche «scappatella» amorosa, forse più per l’educazione ricevuta che per sincero affetto. È durante una di queste avventure che il padre perde la vita: viene ritrovato morto in un bosco, soffocato col monossido di carbonio da un’altra donna, nella versione ufficiale una lontana parente, anche lei suicida.
Yoshie si ritrova in un tunnel di disperazione, dal quale fugge lasciando la madre sola nell’elegante abitazione di Meguro per spostarsi nel quartiere di Shimokitazawa a Tokyo, dove tra ristoranti, negozi e locali alternativi cerca di elaborare il lutto e costruirsi una vita. Qui trova un lavoro e un piccolo appartamento, dalla cui finestra vede muoversi le esistenze delle persone che popolano la capitale, tra le vie chiuse al traffico di uno dei quartieri più caratteristici.
Quando sembra mettere la testa fuori dal buio che l’ha travolta, le si presenta una sorpresa agrodolce alla porta: sua madre con le valige che le comunica la decisione di trasferirsi da lei. Se da un lato Yoshie capisce la disperazione della madre, dall’altro vede quel suo progetto d’indipendenza crollarle addosso. Nonostante questo la accoglie in casa riscoprendo un rapporto con una persona così lontana per molti versi, ma tanto vicina nel dolore.
A partire dalle piccole quotidianità, questa convivenza diventa per Yoshie, che per molto tempo continua a sentire nel sonno il padre sussurrarle «Moshi Moshi», la traduzione giapponese della risposta al telefono «pronto», l’occasione per scacciare definitivamente un fantasma che altrimenti avrebbe per sempre condizionato la sua esistenza.
Nella sua ultima opera «Moshi Moshi» Banana Yoshimoto conferma di nuovo la sua straordinaria sensibilità. Il primo tema che affronta con meravigliosa delicatezza è quello dell’elaborazione del lutto: l’autrice descrive con passione e realismo le fasi psicologiche che caratterizzano la perdita. Lo stordimento, la lenta realizzazione dell’evento: «Il dolore che provavo somigliava a un pugno che il mio corpo riceveva lentamente». Poi l’oscurità, la tristezza e l’idea di poter scappare fisicamente per allontanare i fantasmi. Fino a scoprire che il lutto va elaborato fino in fondo, senza cercare vie di fuga.
Infine, il tema forse più importante, è il rapporto tra madre e figlia in tutte le sue problematiche: l’esigenza d’indipendenza dei figli, la paura dell’abbandono dei genitori, l’affetto che per emergere deve superare una lunga serie di ostacoli. Yoshie e sua madre sapranno ripartire dalle cose semplici che caratterizzano la convivenza quotidiana per trovare un nuovo equilibrio che permetta ad entrambe di superare il dolore della scomparsa del padre.
«Moshi Moshi» racconta tutto questo: un lungo percorso attraverso il tunnel del dolore di due donne che vogliono vedere la luce e ricominciare a vivere. Un nuovo romanzo delicato ed appassionato dalla penna di Banana Yoshimoto, autrice con una capacità unica di leggere l’animo umano e le sue domande.
Daniele Leone
Foto | www.laprovinciadicremona.it, www.oasidellibro.it