
Morte di Yara Gambirasio: gli inquirenti “Il cadavere parla”
Bergamo – “I due dna trovati non sono di Yara, dei suoi familiari e di nessuno dei profili in mano alle forze dell’ordine”. A dirlo è il procuratore capo di Bergamo, Massimo Meroni, durante una conferenza stampa in Procura. Dunque, le tracce sono di sconosciuti.
Si aggiunge un nuovo tassello alla morte di Yara Gambirasio, la bambina di 13 anni scomparsa da Brembate di Sopra lo scorso 26 novembre e ritrovata cadavere 3 mesi dopo vicino casa. Ricapitoliamo i dati certi degli inquirenti.
Primo – La tredicenne e’ stata uccisa nelle immediatezze del rapimento e il corpo sarebbe stato abbandonato in un campo, località Chignolo (Br), sin dal 26 novembre. Yara è rimasta lì fino al ritrovamento: il 26 febbraio.
Secondo – Il cadavere presentava delle tracce genetiche appartenenti ad un uomo ed una donna. I segni sono stati isolati su quanto si trovava nelle tasche di Yara. Gli investigatori hanno concluso che gli assassini possano essere più d’uno.
Terzo – La polizia, ora, è convinta che la comparazione del dna sara’ la chiave di tutta l’indagine. ”Dna ce n’e’ e ce ne sara’ ancora. Il cadavere parla e adesso continuiamo a cercarne altro”, hanno spiegato le autorità investigative. Attualemnte si attendono gli esiti sui tamponi prelevati dal Ris, pronti in settimana, e le analisi sui vestiti per cui, però, servirà più tempo.
Quarto – L’esame degli abiti è motivo di grande attesa perché potrebbero inchiodare gli assassini ma sono anche gli elementi di prova più compromessi a causa della lunga esposizione alle intemperie e l’avanzato processo di decomposizione in cui è stato rinvenuto il cadavere della ragazzina. Tuttavia, c’è ottimismo: le tracce saranno molte e dovranno essere campionate tutte.
Quinto – L’autopsia ha rilevato che Yara aveva dei resti di cibo nello stomaco. In base alle analisi sarà possibile capire cosa la bambina ha ingerito e, sulla base del processo di lavorazione gastrica, anche quando è morta rispetto al momento della scomparsa. Il lavoro, dunque, è ancora lungo ”ma non impossibile”.
Altre risposte potrebbero giungere dalla conferenza stampa indetta domani dal Procuratore capo di Bergamo, Massimo Meroni senza la presenza degli investigatori e del pm titolare dell’inchiesta.
Chantal Cresta