
Monsignore ma non troppo: nuovo taglio di Bergoglio
Nuove regole per diventare Monsignore: almeno 65 anni. Semplificati anche i gradi di questo titolo, mentre si attendono i nuovi cardinali
Città del Vaticano – Il 2013 è stato un anno storico per la Chiesa cattolica: le dimissioni di Benedetto XIV, l’elezione di Francesco – primo Papa sudamericano – e i suoi forti e innovativi messaggi per un cattolicesimo che rischiava di crollare su sé stesso e sui problemi della Curia romana. Ieri pomeriggio è stato invece confermato il primo passo del 2014 papale: l’abolizione del titolo di Monsignore a tutti i presbiteri sotto i sessantacinque anni.
MONSIGNORE… MA NON TROPPO – Il titolo di Monsignore è da secoli utilizzato per premiare quei presbiteri che si erano distinti per il loro servizio pastorale. Già semplificato da papa Paolo VI, che aveva portato da quattordici a tre i “gradi” per i monsignori, il titolo è stato ulteriormente modificato da papa Bergoglio. Come ha reso noto ieri la Segreteria di Stato, d’ora in avanti sarà assegnata una sola onorificenza connessa a questo titolo, quella di Cappellano di Sua Santità, e per accedervi i sacerdoti dovranno avere più di sessantacinque anni.
I RICONOSCIMENTI – Il titolo di Monsignore è riconosciuto direttamente dalla Santa Sede, su segnalazione del vescovo locale: dovrebbe essere usato per premiare quei sacerdoti il cui servizio pastorale sia stato particolarmente utile per la Chiesa, dimostrandosi in qualche modo preziosi e fedeli. Tuttavia, nei secoli non sono mancati abusi: non di rado, i vescovi hanno utilizzato questo titolo per premiare i presbiteri a loro più vicini e fedeli, indipendentemente dalle capacità.
Questa nuova mossa di Francesco prosegue nella direzione di semplificare l’apparato ecclesiastico e di ridurre il carrierismo nella Chiesa, preservando il valore fortemente simbolico di queste onorificenze.
NUOVI CARDINALI? – In linea con quanto accaduto al titolo di Monsignore, dal Concistoro del 22 febbraio ci si attendono sorprese: il Papa dovrà quel giorno creare nuovi cardinali e, a differenza di quanto sempre accaduto, oggi appare difficile fare previsioni.
Fino al pontificato di Benedetto XIV, si potevano intuire i nuovi cardinali osservando i ruoli curiali e le diocesi che per tradizioni portavano alla berretta: con Francesco nulla di tutto questo è scontato.
Parolin probabilmente sarà cardinale, anche per evidenziare la fiducia che il Papa ripone nel nuovo segretario di stato, ma non è scontato che gli arcivescovi di Torino e Venezia, non ancora cardinali, lo diventino in questa tornata.
Probabilmente Bergoglio andrà a pescare nel sud del mondo: l’Europa e l’Italia, ma anche il nord America, hanno fin troppi cardinali e, mancandone una quindicina alla quota 120 degli under 80 che possono entrare in conclave, si assisterà a un riassesto generale di equilibri un tempo intoccabili.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio