Milleproroghe e autostrade: concessionari se,pre più ricchi, tanto paghiamo noi

Il decreto rinvia i termini e apre ai rincari delle autostrade: un circolo vizioso che arricchisce i concessionari e svuota le tasche dei viaggiatori

autostrade

Rincari e concessioni favorevoli: esplode la polemica sulle autostrade

Roma – Il decreto Milleproroghe porta sempre mille polemiche, ma quest’anno la tensione già alta per il Job act e per i provvedimenti tassatori del governo Renzi non renderanno facile la vita su nulla: la polemica nelle vacanze natalizie, allora, è esplosa ieri sera sulle concessioni delle autostrade, il cui rinnovo nasconderebbe l’ennesimo favore ai ricchi, il tutto a danno dei consumatori e delle loro tasche. Il primo a raccontarlo è stato un articolo del Corriere della Sera, a firma di Sergio Rizzo.

PROROGA CONCESSIONI – A destare scalpore e polemiche è l’inserimento di un codicillo che proroga al 30 giugno il tempo a disposizione dei concessionari autostradali per mettere a punto le proposte di integrazione tra le diverse tratte, un sistema che consentirebbe loro di prorogare automaticamente anche la concessione, senza alcuna gara. Di fronte alla promessa di investimenti per il miglioramento del servizio, infatti, le attuali concessioni resterebbero nelle mani di chi già le possiede. La norma, contestata già nello Sblocca-Italia, con il Milleproroghe peggiora, favorendo ancora una volta i già ricchissimi concessionari.

Autostrade

Nonostante un’inflazione ridotta, i concessionari chiedono altri aumenti

MOTIVAZIONI E CONCORRENZA – L’origine della proroga sarebbe da ricercarsi, ancora una volta, in Europa; la Commissione è sempre molto attenta a garantire la concorrenza all’interno dell’Unione, cercando così di favorire l’utente finale – a volte funziona – e i sei mesi che verranno dovrebbero servire, secondo il governo, a trovare la giusta scappatoia per convincere l’Unione a non fare troppe storie sulle autostrade italiche. La norma era stata anche contestata dall’Autorità dei trasporti italiana, guidata da Andrea Camanzi, un ente con molti poteri sulla carta, ma nessuna possibilità di applicarli.

RINCARI – Le autostrade diventeranno anche più care, come accade ormai ogni anno, a prescindere dal servizio, dall’inflazione e dai costi effettivi; e questo senza che nessun governo – di destra o di sinistra – si batta per una loro diminuzione. L’Autorità di Camanzi, di fatto, è esautorata dal controllo delle tariffe delle autostrade: grazie alla norma di Monti, la competenza sulle tariffe comincerà con le nuove concessioni e questo significa che, grazie a Renzi, non comincerà mai. Un colpo all’italiana, perfetto nella sua sincronia, un colpo che pagano le tasse di tutti i viaggiatori italiani.

ANNO NUOVO, TARIFFE NUOVE – Così anche per il 2015 sono in vista dei rincari sulle tariffe delle autostrade, già salite del 66% da quanto il mercato è “libero” e “concorrenziale” (di fatto un grande cartello, ampiamente tollerato e supportato dai governi). Lupi, che già l’anno scorso festeggiò rincari di “solo” il 3,9% – successo suo, disse – di fronte a un’inflazione dello 0,2%, quest’anno tenta la “linea dura”, promettendo di non superare l’1,5%, valore stimato dell’inflazione. Che, se andrà come sembra, sarà l’ennesima truffa.

Andrea Bosio
@AndreaNickBosio

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