
Manovre militari della Nato vicino ai confini russi. Massima tensione
Gli eserciti della Nato sono in stato di pre-allerta. Ci stiamo forse avvicinando al conflitto bellico?
Quello che la Russia sta facendo in Crimea è molto grave. È grave non solo per il fatto in sé, ma soprattutto perché configurerebbe un precedente, quindi sarebbe a rischio la sovranità di tutti i Paesi del mondo. Se infatti la Nato lascerà che la Russia invada un territorio ucraino, altri Paesi potrebbero decidere di invadere i propri vicini con un effetto domino sulla stabilità internazionale. Questo è quanto emerge dalla durissima nota stilata da Usa, Canada, Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania e Giappone, consegnata proprio oggi alla Russia. Nella nota si chiede quindi a Mosca di ritirare immediatamente le truppe dislocate in Crimea – tranne quelle contemplate nel trattato del 1997 appartenenti alla flotta del Mar Nero– e si avverte che la comunità internazionale non riconoscerà il risultato del referendum per l’annessione della Crimea, in quanto lesivo della sovranità nazionale dell’Ucraina.
LE RITORSIONI COMMERCIALI – Se la Russia non accettasse di ritirare le proprie truppe e di rinunciare all’annessione della Crimea, la Nato è pronta ad applicare delle rigide sanzioni, come per esempio l’embargo commerciale. Da varie parti si propone anche di far uscire la Russia dal G8, mentre Usa, Francia, Canada e Gran Bretagna hanno già deciso di boicottare il previsto incontro sull’economia mondiale a Sochi. È sintomatico che Italia e Germania non si siano ancora ritirate dal vertice di Sochi, questi due Paesi infatti sono strettamente dipendenti a livello energetico dalle forniture di gas russo.
LA MOBILITAZIONE MILITARE – A far davvero preoccupare in queste ore è il crescente stato di allarme in tutti gli eserciti della Nato. In Italia infatti, tutte le truppe operative hanno ricevuto l’ordine di tenere lo zaino pronto. Un contingente italiano potrebbe essere pronto allo allo scontro armato in poche ore. Inoltre sono iniziate delle manovre militari della Nato in Polonia, Romania, Bulgaria e paesi baltici. Anche se queste manovre sono ufficialmente addestrative, non sfugge a nessuno che sia una prova di forza per intimidire Putin, oltre che essere una scusa per aumentare la concentrazione di forze militari a ridosso dei confini russi. A queste operazioni partecipano degli stormi di caccia-bombardieri F-16, aerei radar e aerei da trasporto strategico, quelli per intenderci che possono trasportare truppe e carri armati. Ma la tensione aumenta anche nel Mar Nero, dove le navi dell’alleanza hanno raggiunto le undici unità. Tra di loro spicca la USS Mount Whitney, l’ammiraglia della Sesta Flotta statunitense, considerata la nave da battaglia più avanzata nel mondo. Dall’altra parte è schierata l’intera flotta russa del Mar Nero che conta venticinque unità navali, anche se molte di esse sono tecnologicamente antiquate.
Andrea Castello