
Mammavventura no grazie. Arrivano le childfree
Childfree, non childless. Perché mentre nel secondo caso significa che i figli, per qualche motivo, non sono “arrivati” anche se desiderati, nel primo è insita una chiara e consapevole scelta di non riprodursi, di non affrontare la maternità e tutto ciò che comporta, di non andare mai incontro a nessuna mammAvventura. Bella o brutta che sia!
CHILDFREE CHI? – Se ne è parlato negli ultimi tempi anche per l’uscita – il 22 gennaio – di un film documentario dedicato proprio a loro, le childfree, le donne che scelgono di non diventare madri. Il docufilm si intitola Lunàdigas, termine con cui in sardo vengono chiamate le pecore sterili, ed è un’opera girata a quattro mani da Nicoletta Nesler e Marilisa Piga. Le due registe raccolgono le testimonianze di donne note del mondo dello spettacolo, della letteratura, ma anche della scienza – da Veronica Pivetti a Margherita Hack – che per vari motivi hanno deciso di “fare altro” nella vita.
Una condizione, quella di donna ma non mamma, che ancora può essere oggetto di discriminazione, come se ci fosse una legge scritta e universale capace di attestare senza possibilità di repliche o di dubbi che la donna debba procreare. Se non lo fa, perché non può o non vuole, diventa una donna a metà.
CHILDFREE PERCHE’? – Quello delle donne e più in generale delle coppie childfree non è un fenomeno nuovo, ma si è cominciato a parlarne di più forse anche per la crescita nel nostro Paese, dove – rispetto alla vicina Francia – i numeri parlano chiaro: su un campione di donne (quelle nate nel 1965) il 24% delle italiane, contro il 10% delle transalpine, non ha figli. I motivi sono eterogenei e, meglio ricordarlo, non riguardano l’impossibilità fisiologica di restare incinta, quanto una precisa volontà o anche una assenza assoluta di desiderio di maternità. Qualcuna l’ha fatto perché già pienamente appagata dalla professione, altre perché temono di non essere all’altezza, altre ancora perché quella di avere un figlio non è mai diventata una priorità.
Diverse ricerche hanno sondato il mondo dei childfree ricercandone le caratteristiche peculiari: è emerso che le donne che deliberatamente scelgono di non fare le mamme hanno un livello d’istruzione superiore alla media, sono lavoratrici (spesso imprenditrici o professioniste), hanno uno stipendio più elevato delle loro colleghe con figli e stili di vita salutisti. Certo poi c’è la crisi, l’incertezza diffusa, una visione pessimistica del futuro: tutti scenari che hanno molto pesato negli ultimi anni sulle scelte delle coppie e delle donne.
MAMMAVVENTURA…NO GRAZIE! – Una condizione insomma, quella delle donne childfree, molto diversa rispetto a quella delle mamme. Ma non sempre meno difficile o problematica. Se infatti la maternità porta con sé tutte le difficoltà quotidiane legate alla gestione di un bambino, neonato o adolescente che sia, troppo spesso la donna viene socialmente considerata “incompleta” se non assolve il suo “compito” di genitrice. Pregiudizi sociali, più o meno fortemente radicati anche a seconda dell’area geografica, vedono talvolta nella sola maternità il vero realizzarsi dell’esistenza femminile, ma non è così e per fortuna sempre di più le donne – quelle che forse un tempo non avrebbero avuto la forza di ribellarsi a questi clichè – trovano il coraggio di vivere la propria vita senza piegarsi alle pressioni esterne.
Pressioni che alcune donne childfree hanno detto provenire non solo in generale dal contesto sociale, ma più concretamente da quello famigliare. Alzi la mano la donna 30-35enne ancora senza figli che non si è mai sentita domandare – o peggio ancora ripetere continuamente – da qualche parente: «Quando ti decidi (vi decidete) a mettere su famiglia?». E se per qualcuno l’idea di famiglia fosse valida anche fermandosi ai due elementi della coppia?
LIBERA SCELTA…O NO? – E poi, diciamola tutta, nella situazione in cui si trova il nostro Paese, in coda a livello europeo per più di un aspetto delle politiche sociali, tra cui naturalmente assistenza e servizi per la famiglia e l’infanzia, come stupirsi di una crescente tendenza alla scelta childfree? L’unico aspetto della questione che – almeno personalmente – ritengo debba divenire argomento di discussione e attenzione non è se sia giusto o sbagliato oppure meglio o peggio una vita da mammAvventura o da childfree, ma quanto la scelta dell’una o dell’altra sia davvero libera.
Tradotto in altri termini e guardando il fenomeno da un punto di vista differente: davvero tutte le donne e le coppie childfree hanno deciso di non avere figli perché con coscienza non li desideravano? Quante di queste non li hanno voluti valutando non solo la loro situazione individuale, ma anche (e soprattutto) quella economico-sociale dell’Italia? Quanti childless sono davvero e serenamente felici di esserlo, rispecchiando quell’immagine di coppia spensierata che può fare tutto ciò che chi è diventato genitore non può più fare o fa in modo diverso?
Qualcuna, vivendo altrove, avrebbe magari affrontato la genitorialità? Su questo nessuna ricerca ha ancora dato risposte così chiare…
MammAvventura