
Maduro, un feroce dittatore. Nei meandri delle violenze in Venezuela
Da giorni il Venezuela è sconvolto dalla violenta repressione attuata dal governo di Maduro nei confronti di chi si oppone al suo regime
«Maduro sta uccidendo il Venezuela». Questo è il duro monito di Moisés Naím, ex ministro dell’Industria e del Commercio del Venezuela, che da Washington rilancia: «Il governo continuerà la repressione, schiacciando gli oppositori. E il paese, nel frattempo, continuerà a precipitare verso la catastrofe».
UN PAESE IN GINOCCHIO – Che sta succedendo in Venezuela? Succede che il Paese è in crisi, una crisi senza precedenti. L’inflazione ha raggiunto il 50%, nei negozi non si trovano più nemmeno i beni di prima necessità come il pane o il latte, nelle farmacie e negli ospedali le scorte di farmaci sono ormai esaurite e la popolazione è ormai esasperata. Dal 12 febbraio scorso numerose manifestazioni guidate dal partito di opposizione “Volontà Popolare” sono sorte un po’ovunque in Venezuela per chiedere le dimissioni dell’attuale presidente Maduro.
UN GOVERNO INETTO – Nicolàs Maduro Moros, alla guida del Paese dal 2013, ha avuto il suo incarico direttamente dall’ex presidente Chavez, figura dalla quale è sempre stato ossessionato, tanto da dichiarare di sentire le sue parole in sogno. Da quando è salito al potere Maduro si è dimostrato incapace di attuare politiche efficaci per portare la Nazione fuori dallo stagnamento economico in cui si trovava. Il Venezuela è ricchissimo di risorse naturali, come il petrolio, eppure si sta impoverendo sempre di più. L’imprenditoria è praticamente inesistente perché i beni di produzione possono essere nazionalizzati senza preavviso e perché i prezzi dei prodotti sono controllati non da leggi di mercato, ma direttamente dal governo, che impone prezzi popolari e una tassazione molto alta. Come se non bastasse, l’esecutivo al governo si è dimostrato incapace di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, tanto che nel Paese regnano la violenza e la criminalità.
LA RABBIA DEL POPOLO E LA REPRESSIONE DEL GOVERNO – A fronte di questi problemi la popolazione è insorta per chiedere un cambio di guida che permetta al Paese di risollevarsi da una situazione ormai insostenibile. La reazione di Maduro è stata tanto immediata quanto feroce. La polizia e l’esercito sono stati schierati per contenere le manifestazioni e hanno sparato sulla folla inerme. Non si hanno dati precisi su morti e feriti perché il governo ha oscurato tutti i mezzi di informazione non allineati, giornali, televisioni e internet. Tutto quello che appare sulla tv di Stato sono telenovelas e discorsi del presidente. Solo pochi hackers sono riusciti a far filtrare all’esterno delle informazioni su quanto sta realmente accadendo. Ha già fatto il giro del mondo la foto dell’ex Miss Turismo di Carabobo – nordovest del Venezuela - Genesis Carmona, colpita da un proiettile sparato dalla polizia mentre manifestava assieme ad altri studenti contro Maduro. O ancora, sempre via internet sono stati pubblicati i pochi messaggi che riescono a filtrare la censura del governo, messaggi disperati che raccontano un’orrore senza fine e che risuonano nella rete come un grido d’aiuto. Un ragazzo posta con rabbia il suo commento su un social network: «Ci stanno uccidendo e il mondo ci ignora». Già, il mondo li ignora, non è interessato a ciò che avviene in Venezuela, tutta l’attenzione dei media è concentrata sui giochi olimpici a Sochi e sulla guerra civile in Ucraina.

Genesis Carmona, a sinistra in posa per una foto come miss, a destra mentre viene trasportata in ospedale su una moto
GLI USA E LEOPOLDO LOPEZ – Eppure agli Usa non è sfuggito quello che sta accadendo in Venezuela. Alcuni giorni fa infatti, il leader del partito che si oppone a Maduro, Leopoldo Lopez, si è consegnato spontaneamente alle autorità. Lopez era stato accusato dal presidente di fomentare le violenze esplose nel Paese, al fine di mettere in atto un complotto per rovesciare il governo in accordo con gli Stati Uniti. Entrambi le parti sotto accusa hanno decisamente negato l’esistenza di questo presunto complotto, ma queste rassicurazioni non sono servite a molto. Il Venezuela ha infatti arrestato il leader di “Volontà Popolare” Lopez ed espulso tre funzionari dell’ambasciata statunitense a Caracas.
UNA DITTATURA DA FERMARE ORA – Come già accennato non è facile capire cosa stia veramente capitando in queste ore in Venezuela, ma la censura dei mezzi d’informazione, la repressione delle proteste popolari con la violenza e l’arresto dei leader di opposizione sono segnali che il mondo conosce fin troppo bene. Se non era chiaro prima ora il mondo si trova di fronte ad una triste certezza: quella di Maduro è una dittatura che sta dimostrando tutta la sua ferocia nel reprimere i dissidenti. L’unica cosa auspicabile è che la comunità internazionale intervenga immediatamente per cercare di fermare questo ennesimo massacro di civili indifesi.
Andrea Castello