
Lo show di Borghezio: «Foto di Napolitano pronte per quando muore»

Mario Borghezio
Roma – Nemmeno fosse un uomo di spettacolo che, per motivi di lavoro, è costretto periodicamente a mettersi sotto i riflettori confezionando qualche perla di saggezza, dimenticandosi che nella realtà dei fatti ricopre la carica di eurodeputato della Lega Nord.
Ormai siamo abituati a certe uscite di Mario Borghezio. L’ultima proprio una settimana fa in cui, in sintonia con l’euforia nazionale per la vittoria dell’Italia contro la Germania grazie alla doppietta di Mario Balotelli, dichiarò: «Balotelli è un padano dalla pelle scura. Per me va benissimo». In molti rimasero stupiti non soltanto per il contenuto della dichiarazione, ma anche per il livello, pur sempre opinabile, essendo un altro il repertorio utilizzato da Borghezio quando dà notizia di sé.
Questa volta però si è tornati alla tradizione, con l’eurodeputato leghista che prende di mira nuovamente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Durante il programma radiofonico La Zanzara, alla domanda del conduttore sulla scelta di Flavio Tosi di esporre la foto del presidente della Repubblica, Borghezio ha risposto: «Fa bene Tosi a esporre la foto perché Napolitano è anziano, metti che muore domani, aggiunge un velo nero ed è già pronto».
E non è la prima volta che Napolitano è tra i soggetti preferiti da Borghezio per le sue citazioni da alta scuola. Infatti, qualche mese fa, il parlamentare europeo lo aveva attaccato definendolo «un nemico della libertà» in riferimento ad un tema molto caro agli esponenti del Carroccio: la secessione.
Un fiume in piena Borghezio che oltre ad attaccare il massimo rappresentante del nostro Paese, non ha fatto sconti nemmeno a Giuseppe Garibaldi (ieri era l’ultimo giorno di celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia), dichiarando: «Garibaldi una leggenda? Manco per le palle. I monumenti e le statue andrebbero distrutti. Quando ci sarà la Padania sostituiremo tutte queste statue con quelle di Bossi, colui che ci ha guidato all’indipendenza, che ha fondato il movimento di liberazione».
Nulla di nuovo anche in questo caso, perché sempre in passato Borghezio aveva esternato affermazioni analoghe, ritenendo il 25 Aprile «una giornata di lutto».
Al di là del contenuto di queste sue ultime dichiarazioni, un altro elemento che colpisce è proprio il riferimento a Umberto Bossi, soprattutto pochi giorni dopo la sua abdicazione dal trono del Carroccio in favore di Roberto Maroni.
Il nuovo segretario della Lega Nord, commentando le parole del fedelissimo bossiniano, ha dichiarato nella serata di ieri: «Le parole pronunciate dall’on. Mario Borghezio sul presidente della Repubblica sono sgradevoli e fuori luogo». Immediata la reazione dell’europarlamentare: «Maroni si deve abituare all’idea che noi indipendentisti, allevati alla scuola di Bossi, siamo usi a parlare chiaro con il linguaggio del popolo e non con il felpato politichese dei politicanti di Roma».
È chiaro, dunque, che la scissione interna della Lega Nord non è per nulla risolta, nemmeno dopo le lacrime, gli applausi, gli abbracci e lo scambio reciproco di parole di stima tra il Senatùr e Maroni.
Il fatto che un dubbio del genere nasca dopo l’ascolto delle dichiarazioni da parte di un politico sopra le righe come Borghezio risulterebbe poco fondato. Se a queste esternazioni, però, si affianca la presunta esistenza di una piattaforma politica, con tanto di nome (Prima i Veneti) e sede, per un nuovo partito che accolga i fedelissimi di Bossi, da dubbio può trasformarsi in eventuale possibilità. Una sorta di “seconda” Lega in contrapposizione a quella maroniana.
Nulla è certo, ma di sicuro uno scenario del genere non aiuta il proposito di Maroni di poter recuperare credibilità e consensi, poiché nelle peggiori delle ipotesi dovrà guardarsi le spalle oltre che dal Movimento 5 Stelle anche dal suo mentore.
Giorgio Vischetti
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