
Lo scaffale dimenticato: “Invisible Monsters” di Chuck Palahniuk
Invisible Monsters è il terzo romanzo di Chuck Palahniuk, pubblicato nel 1999. Dopo i successi di Fight Club (1996) e Survivor (1999), l’autore residente a Portland scrive un altro romanzo di spessore, che contribuisce a proiettarlo sempre di più nell’olimpo degli scrittori più affermati dei giorni nostri. La prosa trasgressiva e allucinata di Palahniuk raggiunge in questo romanzo uno dei suoi apici assoluti per quanto riguarda l’anticonformismo, il trattamento di temi scabrosi e “scomodi”, e la spietata critica alla società contemporanea.
Invisible Monsters ha come protagonista Shannon McFarland, una bellissima modella ormai lanciata verso un futuro di successo e celebrità nel patinato ambiente delle top model. La sua esistenza viene però sconvolta da una misteriosa fucilata al volto, partita da mano ignota mentre Shannon sta guidando la sua auto. La ragazza rimane orrendamente sfigurata e incapace di parlare correttamente.
Shannon dovrà ricostruirsi una vita e trovare nuove motivazioni: un compito difficile, aggravato anche dalla scoperta del tradimento dal fidanzato Manus e dell’amica del cuore Evie, una volta inseparabile compagna di lavoro e vita. La svolta arriva in ospedale, con l’incontro tra Shannon e Brady Alexander, dalla personalità istrionica e sempre sopra le righe, alla quale manca solo l’ultimo intervento chirurgico per diventare donna a tutti gli effetti.
Shannon e Brady iniziano assieme un delirante viaggio nel quale Shannon ritroverà se stessa e la fiducia perduta, meditando vendetta nei confronti dell’ex amica e dell’ex ragazzo traditore. Non mancheranno inoltre i colpi di scena, riguardanti l’origine della fucilata e la vera identità di Brady Alexander, legata a Shannon da un vero e proprio legame di sangue.
Un libro sorprendente, coinvolgente e ricco di colpi di scena. Molteplici le tematiche affrontate con originalità nel romanzo: l’omosessualità, la chirurgia plastica, l’abuso di farmaci e droga, il mondo della moda e dell’apparenza. La prosa è un perfetto esempio di quello che si potrebbe definire il metodo-Palahniuk: minimalismo diretto e scabroso, gusto per il morboso, personaggi-archetipo pennellati in modo grottesco ed eccentrico. Azzeccata anche la tecnica dei continui salti temporali tra un capitolo e l’altro: un puzzle che si compone lentamente pagina dopo pagina, fino al sorprendente epilogo finale, un concentrato di pura follia che lascia basito il lettore, incredulo davanti ad una trama tanto originale.
Nonostante qualche passo falso nelle recenti pubblicazioni, Palahniuk rimane un autore imprescindibile nel panorama letterario odierno e Invisible Monsters rimane una delle sue opere meglio riuscite: un cinico ma coinvolgente pugno nelle stomaco.
Alberto Staiz