Libia. I ribelli: l’Occidente non ci aiuta
Cartina della Libia
Bengasi – Dalla Libia è stato Ali Tarhouni, ministro’ del Petrolio e delle Finanze del Consiglio nazionale di transizione, a raggiungere con il suo messaggio i Paesi occidentali che prima hanno sostenuto la causa degli insorti ed ora sembrano aver dimenticato i ribelli al loro destino.
Tarhouni ha detto chiaramente «Stiamo esaurendo ogni risorsa», esplicito riferimento alla mancanza di qualsiasi forma di denaro per portare avanti la loro ‘causa’ politica, in opposizione al colonnello Gheddafi. Neppure troppo velata è già in questa affermzione l’accusa all’Occidente, prima schieratosi a fianco dei ribelli di Misurata e delle altre città insorte, ed ora incapace di mantenere le promesse ed offrire un’aiuto economico concreto.
Il ministro parla, a proposito dell’insurrezione, di «fallimento» anche e soprattutto a causa dell’incapacità dei Paesi occidentali di comprenderne fino in fondo l’importanza, o forse del loro ‘menefreghismo’ dopo un entusiasmo inziale che ha visto persino il presidente americano Obama prendere le parti degli avversari del raìs.
Intanto dalle emittenti televisive arabe si sono diffuse le notizie sui violenti scontri che hanno interessato negli ultimi giorni le zone intorno a Misurata e Nalout: pare che almeno 18 ribelli siano morti, di cui 10 nei pressi di Misurata, ad El Krarem, e i restanti 8 a sud-ovest di Tripoli, nella cittadina di Nalout.
Redazione
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