
Lega degli astuti: il Carroccio si oppone, si diverte e si prepara al Vassallum
Roma – C’è una netta linea di continuità tra le manifestazioni anti-Monti scatenate nei giorni scorsi nelle Aule di Montecitorio dalla Lega Nord per protestare contro la Manovra, oggi approvata in via definitiva al Senato, e la totale assenza di qualsivoglia proposta politica del partito come alternativa all’odiato Governo tecnico. A meno che non si ritenga la secessione disegnata su mappa e presentata dai vertici del Carroccio all’inaugurazione del nuovo Parlamento padano a Vicenza lo scorso 4 dicembre un serio progetto politico. Per dirla in breve: l’opposizione della Lega pare davvero fine a se stessa.
Allora val la pena osservarlo questo partito di lotta ritemprato nello spirito, perché esperienza insegna che il Senatùr, Umberto Bossi, non muove passo se non per serio motivo.
Primo – I leghisti se la stanno spassando come dei bambini. Non è poco, considerato che il resto dei partiti vive nell’angoscia di dover sostenere un Governo sempre più impopolare, causa l’enorme mole di tassazioni. Ai leghisti questo non accade: dimenticate o messe da parte le tribolazioni interne e ricollocatisi nella sfera naturale, l’opposizione, i verdi si stanno divertendo con gustosa spensieratezza e si vede.
Secondo – Quando gli effetti della Manovra-Monti inizieranno a farsi vedere nei portafogli vuoti dei cittadini, la popolarità della Lega aumenterà in modo proporzionale alla baraonda scatenata in Parlamento prima del voto di fiducia. Tutti quei “Basta tasse”, “Governo ladro” e cartellonistica varia sventolata sotto il naso dei ministri e del premier Mario Monti, (per non parlar dei fischi il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, annichilito – povero- dalla veemenza) veranno rivendicati con orgoglio dal partito d’assalto.
Lo ricordino gli indignati di professione che si dicono tanto imbarazzati dai padani e non capiscono che di essi vedono solo quel che essi vogliono si noti. Propaganda e merchandising crescono sul terreno fecondo della promozione, ovvero della pubblicità: se vuoi essere comprato devi farti notare e per farlo devi essere eccessivo. I frutti arriveranno. E con una Manovra da più di 30 miliardi dove non appare neppure qualche ammorbidimento sulla stretta alle pensioni o sgravio sull’Imu, i frutti arriveranno certamente.
Terzo – La popolarità nei sondaggi va a braccetto con il potere contrattuale. La Lega è un piccolo gruppo, sciolta (ufficialmente) l’allenza con il Pdl non avrebbe speranze di avere alcuna voce in capitolo nei nuovi accordi ed alleanze che si stanno ridisegnando nelle stanze di Palazzo. E la posta in gioco è alta: si chiama Vassallum, la nuova legge elettorale.
Risultato di un accordo raggiunto durante l’ultimo Governo Prodi, nel 2007, il Vassallum è un ibrido tra la legge alla tedesca che piace al Pd, e la spagnola, gradita al Pdl. Il metodo di calcolo è complesso: un’unica scheda di voto eleggerebbe metà deputati in collegi uninominali e il restante con criterio proporzionale. La legge favorirebbe i partiti più grandi e quelli radicati sul territorio, come la Lega, lasciando da parte i partitini come Udc e Idv.
Una volta caduto Prodi, cadde anche la proposta di legge che ora si aggira come un fantasma nei corridoi di Montecitorio, pronta a concretizzarsi e a rinnovarsi. E non bisognerà attendere molto. A gennaio la Corte costituzionale si esprimerà sull’ammissibilità del referendum elettorale proposto da Idv e Pd e per allora le coalizioni in essere dovranno aver trovato un’alternativa al Matterellum.
Dunque, per il Carroccio, il largo consenso è indispensabile al fine di non essere tagliato fuori dai tavoli di accordo. Timore che non ha l’Udc – già in seno alla maggioranza di Governo e la cui voce in capitolo non può non essere presa in considerazione – ma che ha l’Idv di Antonio di Pietro, impegnato a
seguire le orme della Lega all’opposizione.
Ora, tutto ciò pone un dubbio: se davvero i gruppi parlamentari stanno brigando per la nuova legge e per alcune riforme costituzionali è perché sanno o danno per scontato che il Governo Monti non arriverà al 2013 e d’altronde Bossi, questo, lo ripete da tempo.
Allora viene da chiedersi quando potrebbe avvenire il tombolone montiano. Ipotizziamo: tra febbraio ed aprile 2012. Per allora sono previste le prossime aste di Bot e Btp che se andassero deserte potrebbero accellerare la fine del Governo. Senza contare che nello stesso periodo si prevede un’altra sgradita manovra per saldare i titoli in scadenza. E allora, occhio alla Lega.
Chantal Cresta
Foto || ansa.it