Le migliori imprese? Quelle al verde

Germania, Inghilterra, Spagna e Belgio le nazioni più preparate all’importante European Business Awards for the Environment. Nessun riconoscimento per l’Italia

di Adriano Ferrarato

Il prestigioso European Business Awards for the Environment

Il prestigioso European Business Awards for the Environment

Lo scorso giugno 2010, a Bruxelles, la Commissione europea ha assegnato i premi alle imprese per l’ambiente nell’ambito dell’European Business Awards of the Environment. Il solenne cerimoniale si è tenuto all’interno della settimana di celebrazioni per la Settimana verde e ha visto partecipare ben 141 società provenienti da 24 stati membri dell’Unione. Un numero elevato, rispetto alla prima edizione del lontano 1987, evidente segnale di un sempre crescente interesse da parte dell’imprenditoria verso l’attenzione alle dinamiche ambientali di impatto ecologico.

Peccato però che l’Italia non sia stata premiata, ed è un dato che fa riflettere. Le categorie in gara erano quattro e in nessuna di esse lo Stivale è riuscito ad imporsi, cedendo il passo ad altri concorrenti con una miglior preparazione strutturale. Non a caso, in Inghilterra, il progetto denominato “Fish for life”, che propone un utilizzo a lungo termine dei prodotti ittici, si è aggiudicato il premio per la “Miglior gestione”, destinato alla società la cui visione ecologica è orientata al miglioramento del proprio contributo allo sviluppo sostenibile.

Il riconoscimento per il “Miglior prodotto” è andato invece alla belga EnergyICT con un innovativo sistema EIServer in grado di controllare e ridurre il consumo energetico (ne ha approfittato soprattutto la Tesco, un gruppo di distribuzione britannico). In Germania invece, ben due organizzazioni, la Zenergy Power GmbH e la Bültmann Gmbh si sono aggiudicate lo scettro per il “Miglior processo”, ideando una tecnologia di superconduttori in grado di dimezzare gli sprechi e la produzione di anidride carbonica.

Il sistema EIServer

Il sistema EIServer

Nell’ambito della cooperazione internazionale con altri Paesi non comunitari, infine, la spagnola Ferrovial non ha avuto rivali, collaborando con la fondazione africana Amref per risanare il distretto di Serengeti in Tanzania mediante infrastrutture (garantendo a 50.000 persone un miracoloso accesso all’acqua potabile).

La nostra penisola, nonostante comunque questa brutta sconfitta, ha potuto comunque consolarsi con l’edizione nostrana del premio (patrocinato dal ministero dell’Ambiente): stesse categorie in gara a livello nazionale con l’aggiunta di alcune menzioni straordinarie. E di spunti interessanti (e che soprattutto fanno ben sperare per il futuro) ce ne sono stati davvero molti: iniziando dall’azienda agricola di Castello Monte Vibiano Vecchio di Perugia, che ha vinto il premio gestionale grazie al progetto “360° green revolution”, in grado di comprendere tutti i settori della produzione nella salvaguardia naturale. Un esempio su tutti: i 200 ettari di bosco che la ditta ha già in cura. In tale ambito una segnalazione speciale è poi andata al Gruppo Loccioni di Rosora (vicino ad Ancona), capace addirittura di ideare una “Leaf Community”, comunità sperimentale interamente capace di azzerare qualsiasi emissione nociva.

E’stato invece “Made in Carcere” il nome del progetto con cui nel Salento la Cooperativa Officina Creativa di Lecce ha vinto e che ha portato a concepire delle borse ottenute con l’uso di materiale riciclato grazie al lavoro di alcune detenute. Il sociale si è così miscelato sapientemente alla tutela ambientale. Menzioni particolari sono state fatte anche a Civitavecchia (con “Xeolo”,una speciale turbina eolica) e Monza (che ha proposto una speciale soluzione chiamata “Kyoto Asphalt” più adatta a contenere l’inquinamento causato dal traffico delle automobili).

Premio Impresa Ambiente

Premio Impresa Ambiente

La Campania di Napoli si è aggiudicata invece la massima onoreficenza per la migliore innovazione processuale: la PRO.S.IT. è riuscita infatti a realizzare materiali in legno eliminando ogni residuo, colle, e facendo uso di tinture idrosolubili. Per un utilizzo più efficiente dei rifiuti anche Pisa è stata segnalata grazie a “Fertilandia” (fertilizzanti ottenuti recuperando avanzi di conceria). In conclusione, la Cooperativa Fair di Genova-Novara ha vinto il premio per la miglior collaborazione con l’estero, grazie ad un intelligente progetto “Made in NO” che vede in campo alcuni produttori di cotone collocati tra Brasile e India in continuo contatto collaborativo con i lavoratori tessili della provincia di Novara, favorendo di conseguenza il commercio equosolidale e l’industria biologica.

Nell’attesa dell’edizione 2011, nel forte desiderio che anche l’Italia si ponga ai massimi vertici europei, queste aziende dimostrano come sia possibile conciliare le diverse esigenze dell’industria con quelle sempre più fondamentali della difesa della natura, che troppo spesso vengono ignorate. A danno di tutti.

Foto: via greenme.it, energyict.com, ec.europa.eu

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