
Le grandi mostre: Degas e il nudo al Museo d’Orsay
Parigi – Dopo l’ultima retrospettiva del 1988 al Grand Palais, Parigi – di concerto con il Museo d’Orsay, sede dell’esposizione – dedica una grande mostra monografica a Edgar Degas (1834-1917), che segue gli omaggi tributati rispettivamente a Claude Monet (1840-1926) ed Edouard Manet (1832-1883).
L’evento – organizzato da George Shackelford – esplora un campo specifico dell’arte di Degas, la sua evoluzione nella pratica del nudo, partendo dai primi approcci di stampo ancora accademico e in parte tradizionale per giungere poi alla rappresentazione del corpo all’interno del nuovo scenario delineato dalla modernità. I nudi, così come per altri versi ballerine e cavalli, occupano un posto di primo piano nell’immaginario artistico del pittore, e trovano espressione nelle varie forme in cui questo si cimenta – dalla pittura alla scultura, dal disegno alla stampa – aggiungendo di volta in volta sfumature, atmosfere, suggestioni.
D’altra parte Degas si è occupato di nudi per diverse decine di anni, dal 1874 al 1913, avviando ricerche stilistiche nelle quali si possono cogliere influssi provenienti dalle stampe giapponesi – in quegli anni il japonisme a Parigi è una vera e propria moda -, dall’altra l’interesse tutto proteso verso il moderno e il nuovo che trova riscontro anche nella fotografia.
Il viaggio proposto in questa occasione può essere letto come un vero e proprio percorso nella ricerca impressionista sul corpo, in particolare sul nudo femminile. Sono esposte in questa occasione circa 160 opere, che ritraggono la donna non in modo idealizzato, ma al contrario intrisa di quotidianità e colta nelle sue più differenti raffigurazioni, la cui poliedricità è resa anche nella diversità delle tecniche pittoriche utilizzate. La donna di Degas si lascia infatti guardare nella sua naturalezza e spesso anche nel suo abbandonarsi all’essenza più terrena, al piacere carnale, ritratto non con sapore sensualistico ma con la semplicità che agli occhi dell’artista caratterizza la figura umana.
Dal punto di vista formale inoltre – come detto dall’organizzatore della mostra – «Degas moltiplica i punti di vista, con riprese dall’alto o dal basso ed è in grado di sintetizzare i movimenti e i gesti che suggerisce si caricano di un maggiore valore espressivo». Non solo in questo, ma anche nell’uso della luce il francese si distinse dai suoi colleghi, ribadendo il ruolo di primo piano che svolse all’interno del movimento artistico e pittorico che connota lui e la seconda metà dell’Ottocento.
Alcune sue affermazioni a proposito dei suoi nudi – «Finora il nudo è stato presentato in pose che supponevano la visione da parte di un pubblico. Ma le donne non sono persone semplici […] Io le mostro senza civetteria, allo stato di bestie che si lavano» – gli valsero l’accusa, forse non infondata, di misoginia. In ogni caso ciò non toglie che l’artista ebbe l’indiscusso merito di aver rappresentato la veridicità anatomica della figura femminile, facendosi anche esponente del realismo grazie a quadri che descrivono la donna intenta ai differenti mestieri: Dalla modista ( ca. 1882; Museum of Modern Art di New York), Le modiste (Parigi, collezione Roche) e il famoso Le stiratrici (1884; Parigi, Museo d’Orsay).
La mostra parigina deve parte della sua ricchezza e della sua varietà anche alla collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston, oltre a poter contare su un ricchissimo fondo di opere grafiche del Museo d’Orsay, alle quali si aggiungono prestiti straordinari delle più grandi collezioni, come quelle del Philadelphia Museum of Art, dell’Art Institute di Chicago e del Metropolitan Museum of Art di New York.
Nel 2013, dopo Parigi, questa mostra verrà presentata al Museum of Fine Arts di Boston e all’Art Institute di Chicago.
Degas e il nudo
Parigi – Museo d’Orsay
13 marzo – 1 luglio 2012
Biglietto: intero 9 euro; ridotto 6,50 euro
Le date negli Stati Uniti non sono ancora state ufficialmente rese note. Appena lo saranno, provvederemo a comunicarlo.
Marina Cabiati