Lav, Rapporto Zoomafia 2012: un reato ogni ora

ROMA - Ogni ora viene aperto un nuovo fascicolo per reati contro gli animali, una media di ventiquattro al giorno. Per il terzo anno consecutivo il «Rapporto Zoomafia», redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e giunto ormai alla tredicesima edizione, pubblica i dati forniti dalle varie Procure italiane in riferimento al 2011.

Oltre il 58 percento delle 159 Procure ordinarie e minorili interpellate ha fornito dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2011, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno animali come uccisione, maltrattamento, spettacoli e manifestazioni vietati , combattimenti e competizioni non autorizzate, uccisione di animali altrui , abbandono e detenzione incompatibile e, infine, reati venatori. Si tratta della percentuale più alta da quando è iniziata questo tipo di analisi, tre anni fa.

Il totale dei procedimenti sopravvenuti nel 2011 è di 4.880. «E’ opportuno ricordare – sostiene il dottor Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto – che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. [...] Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati».

I dati pubblicati e l’intensificazione dei controlli nelle scuderie e stalle abusive pongono l’accento sull’ emergenza delle corse clandestine di cavalli: nel 2011 sono 7 quelle bloccate dalle forze dell’ordine: un totale di 179 persone denunciate, 57 arrestate per reati connessi, 94 cavalli sequestrati.

Forte anche la preoccupazione per la ripresa dei combattimenti tra cani. Gli interventi contro l’importazione illegale di cuccioli dai paesi dell’Est come Slovacchia e Ungheria hanno portato al sequestro nel 2011 di almeno 750 cuccioli, per un valore complessivo che si aggira  intorno ai 563.000 euro.

Le relazioni semestrali della DIA forniscono invece indicazioni relative alle infiltrazioni mafiose nella zootecnia. Si tratta di reati quali falso materiale, associazione a delinquere, contraffazione di marchi, abigeato, doping, maltrattamento di animali, pascolo abusivo, ricettazione, truffa aggravata: tutti tentativi criminali di controllo sulla filiera di produzione e distribuzione della carne, un business pericoloso che la LAV chiama Cupola del bestiame. Mandrie abbandonate e maltrattate, allevamenti sorti su discariche, macellerie clandestine ai limiti: uno scenario che rivela orrore, crudeltà e concreti rischi «per i risvolti di sicurezza alimentare».

Un ambito che merita un’analisi specifica è quindi quello delle sofisticazioni. Le tonnellate di alimenti sequestrati nel 2011 dai Nas sono state circa 7 milioni e mezzo: carne non tracciabile e di natura sconosciuta; carne tunisina in cattivo stato di conservazione nascosta in valigie; finta carne di cavallo macinata; rane eviscerate e spellate vendute al mercato; gamberetti rossi provenienti dal Mozambico spacciati per nostrani; polpo vietnamita venduto come pescato nel Mediterraneo; prodotti caseari privi di etichettatura e avariati.

Contrabbando di fauna, biopirateria, bracconaggio e «malandrinaggio di mare» sono anch’essi fenomeni preoccupantemente diffusi che minacciano l’ambiente, le specie protette e la biodiversità. Desta preoccupazione, scrive il Rapporto, il  «traffico di fauna selvatica nei mercati abusivi di Ballarò a Palermo e quello di Napoli, dove ogni settimana vengono venduti centinaia di uccelli», nonché l’operato di «vere e proprie organizzazioni criminali, dedite alla pesca di frodo con esplosivi, alla raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti e alla pesca illegale di tonno rosso, saccheggiano il mare». 

Il nuovo rapporto non manca di fornire inquietanti esempi del crescente coinvolgimento di bambini e minorenni in attività illegali e crimini contro gli animali:  pesci rossi presi da una fontana e dati in pasto a un pit bull; cuccioli infilzati, cosparsi di benzina e arsi vivi; un gatto di strada torturato fino alla morte; un cucciolo di riccio bruciato vivo; un cagnolino preso a calci e a bastonate da un gruppo di bambini incitati alla violenza da alcuni adulti. «E’ ampiamente dimostrato – prosegue Troiano – che bambini e adolescenti che sono ripetutamente crudeli verso gli animali presentano diversi tipi di disturbi psicologici, in particolare comportamenti aggressivi verso persone e cose, e possono facilmente diventare adulti violenti e antisociali».

Infine, l’uccisione di animali e altri atti di violenza compiuti su di essi a scopo intimidatorio o di ritorsione sembra essere un fenomeno di difficile individuazione e prevenzione, ma contribuisce a disegnare un quadro lugubre e variegato di atti criminali che si espandono anche attraverso il web, utilizzato come mezzo di diffusione di materiale dimostrativo e veicolo per i circuiti di vendita ,scommesse, truffe.

«Come sosteniamo da tempo, per contrastare questi fenomeni occorre una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa e sviluppare più intense sinergie informative e operative tra gli organismi deputati al controllo e alla repressione. Sul piano legislativo – conclude Troiano – non sono più rinviabili provvedimenti ad hoc contro le corse clandestine, fenomeno fortemente allarmante anche per le connessioni con la criminalità organizzata».

 Arianna Fraccon

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