
L’Austria ha deciso: sospeso Schengen
Vienna - Una doccia fredda arriva a Bruxelles alla vigilia di una settimana non facile per l’Unione Europea. L’Austria ha comunicato l’annullamento momentaneo degli accordi di Schengen, il quale regola la libera circolazione delle persone tra 26 stati UE e altri quattro extra UE (Svizzera, Islanda, Norvegia e Liechtenstein).
LE DICHIARAZIONI DI JUNKER - Proprio ieri il Presidente della Commissione UE, Jean-Claude Junker, aveva dichiarato che mettere in dubbio Schengen avrebbe messo in discussione l’Euro e l’esistenza stessa dell’Unione. Oggi, senza alcuna sorpresa, il cancelliere austriaco Werner Faymann ha dichiarato in un’intervista al giornale Oesterreich di voler “annullare temporaneamente” le regole di Schengen. Si reintrodurranno i controlli alle frontiere e si intensificheranno le espulsioni per gli immigrati che non hanno alcun diritto d’asilo.
IL QUARTO PAESE - Dopo Norvegia, Svezia e Danimarca, anche l’Austria si aggiunge alla lista di coloro che non si fidano del controllo delle frontiere messo in atto dai Paesi che rappresentano i limiti geografici UE, dalla Spagna alla Grecia, dall’Italia alla Croazia. La linea “se salta Schengen, salta l’Euro” espressa dai vertici della Commissione è identica alla linea espressa dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Se da una parte le conclusioni sui terribili effetti di una momentanea sospensione di Schengen appaiono per lo più allarmistiche, così come il presunto dramma per la fine connessa della moneta comune, dall’altra si assiste al dissolvimento di una Unione ormai divisa su più fronti: dalle politiche economiche e monetarie all’approccio ai migranti, non dimenticandosi della politica estera, da molto tempo ormai l’UE appare impotente rispetto a fenomeni che dall’interno e dall’esterno la stanno lentamente disgregando.
PROSSIME MOSSE - Quella che fonti della Commissione hanno definito “la maggiore crisi migratoria che il continente soffre dalla Seconda Guerra Mondiale” sarà di certo il tema caldo nei prossimi mesi. Nel frattempo, l’Austria ha fatto la sua scelta.