
Laudato si’: una risposta al femminismo bellicoso della Rigotti
S'infiamma il dibattito sull'enciclica Laudato si'; la risposta all'articolo di Francesca Rigotti su Doppiozero, che quasi non parla di casa comune
Francesca Rigotti ha impugnato penna & spada su Doppiozero per rispondere a Francesco, che ha indirizzato a tutti, quindi anche a lei, la recente lettera enciclica Laudato si’ “sulla cura della casa comune”.
Ammetto che l’umile studente di teologia che scrive oggi queste righe ha imparato dalla professoressa Rigotti qualcosa di nuovo: l’esistenza dell’acronimo CCR, che starebbe per Chiesa Cattolica Romana, una sigla che, indagando, si riscontra nel sottobosco della cultura ostile a quella cattolica. Al resto dell’articolo, invece, risponderò di seguito.
ANTROPOLOGIA COMPLETA – Il fulcro dell’enciclica è chiaro: “sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”, scrive Francesco. Significa che l’attenzione ambientale dell’umanità non è separabile dall’attenzione verso le altre persone e sé stessi. Per la Chiesa non è un messaggio nuovo, ma fino a oggi non era stato trattato con le dovute sottolineature: l’ottica sudamericana di Francesco risulta spiazzante per un occidentale, ma l’adesione al Vangelo è talmente forte da risultare convincente e trascinante. E, tra le encicliche, ha il grande pregio di rivolgersi a tutti, non solo ai cattolici, nella consapevolezza che su questi temi “abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti.”
UN’ENCICLICA – Quel che dimentica la professoressa Rigotti è proprio la tipologia di scritto che affronta: un’enciclica papale. Come ogni tipologia testuale, anche questa ha le sue regole, le sue norme e i suoi modi di procedere. Giudicarlo, come fa la Rigotti, usando i criteri delle pubblicazioni accademiche, è un po’ come se un saltatore in alto prendesse in giro un collega che corre i 110 ostacoli perché salta meno di lui.
D’altronde la professoressa riesce anche a dire che “forse l’estensore non ha studiato molto” e qui l’errore è comprensibile, visto che non scrive un’esperta di teologia: la Laudato si’ è un lavoro a più mani, tipico di questi testi e ulteriormente ampliato dalle scelte di Francesco, che non parla di verità rivelate ma di un approccio più umile nel nostro rapporto con ciò che ci circonda. Parliamo di alcuni dei massimi esperti nelle materie affrontate, consultati e messi al lavoro su questo testo.
VISIONE INTEGRATA – La professoressa Rigotti sembra molto colpita dalle critiche del Papa alle opzioni relativistiche del pensiero contemporaneo, tanto da accusarlo di criticare un po’ tutti i pensieri non-religiosi (ma poi lei cita soprattutto autori molto aggressivi nei riguardi della Chiesa). In realtà il messaggio di Francesco è ben altro.
Lo sguardo della Laudato si’ è di umiltà: serve porsi di fronte al problema della “casa comune” con umiltà, consci dei limiti nostri e della scienza, della fin qui dimostrata incapacità oggettiva umana di scegliere per il bene comune. Francesco non propone come unica chiave la visione cristiano-cattolica – non potrebbe neppure, in virtù della Dignitatis humanae, che la Rigotti sembra non conoscere – ma ricordare questa umiltà, senza la quale non c’è percorso che ci possa portare fuori dal disastro.
L’enciclica, poi, è molto chiara riguardo le scelte umane: “Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto fra gli scienziati, rispettando le diversità di opinione”.
ASSALTO FEMMINISTA – Credo serva un certo sforzo volontario a pensare che il sacerdozio femminile sia l’unica modalità di valorizzazione del ruolo delle donne all’interno della Chiesa. Una cosa che ho imparato dal femminismo è che uomini e donne sono profondamente diversi e, parimenti degni, non sono affatto uguali. Anzi: proprio le loro differenze, a volte radicali, costituiscono la bellezza dell’umanità. Ridurre tutto questo a “tu puoi fare il prete, io posso fare solo la suora” ricorda un po’ i capricci fanciulleschi: se la Chiesa cattolica ha ancora molta strada da fare nel riconoscere un ruolo maggiormente visibile e attivo delle donne nella sua struttura temporale, molti passi sono stati compiuti in questi anni e il dibattito teologico, a lungo messo a tacere durante alcuni precedenti pontificati, è oggi nuovamente possibile.
TRARRE CONCLUSIONI – In fondo, leggendo l’inizio e la fine dell’articolo della professoressa Rigotti, si capisce che l’obiettivo era quello di colpire il Papa per le posizioni della Chiesa sulle donne. L’enciclica, l’ambientalismo, la visione antropologica che ne emerge, sono dettagli ai margini del dibattito, hanno solo il ruolo di comparse. Riuscire a inserire il sacerdozio femminile nel dibattito sulla Laudato si’ è un’acrobazia, che la Rigotti compie con una certa eleganza, certo, ma che a chi ha anche solo un poco di dimestichezza con i dibattiti del genere appare comunque forzosa. Se questo le preme, di questo parli liberamente: è un argomento affascinante e complesso, che necessita di molto studio per essere compreso a fondo, al quale ci si deve accostare non con gli occhi del laico ma con quelli del credente; se le interessa la Laudato si’, invece, ritorniamo per favore all’argomento e restiamoci.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio