
La storia di Temple Grandin. Siate gentili con le mucche
Siate gentili con le mucche è la storia di Temple Grandin. Americana, scienziata, autistica
La consueta rubrica mensile di WakeUpNews dedicata ai libri per piccoli lettori presenta Siate gentili con le mucche. La storia di Temple Grandin, scritto da Beatrice Masini, illustrato magistralmente da Vittoria Facchini e pubblicato da Editoriale Scienza nella collana Donne nella scienza, una serie dedicata al racconto di vite di donne che hanno dato un grande contributo alla scienza e al mondo con studi, teorie, ricerche innovative e invenzioni. Temple Grandin è una persona autistica, anzi una delle persone autistiche più famose nel mondo: nata nel 1947 oggi è una professoressa associata alla Colorado State University, oltre ad essere una scienziata, famosa nel mondo per le sue ricerche condotte sugli animali che vengono allevati per nutrirci.
![- Perché sono diversa?[...] - Non lo so. Ma non preoccuparti. Siamo tutti diversi. Abbiamo tutti tante cose dentro: alcune sono belle, altre ci complicano la vita. L'importante è capire che cosa sono, in modo da poterle dominare e da non farsi dominare da loro (fonte foto: www.panorama.it)](http://www.wakeupnews.eu/wp-content/uploads/2015/12/Copertina_Temple.jpg)
– Perché sono diversa?[...]
- Non lo so. Ma non preoccuparti. Siamo tutti diversi. Abbiamo tutti tante cose dentro: alcune sono belle, altre ci complicano la vita. L’importante è capire che cosa sono, in modo da poterle dominare e da non farsi dominare da loro (fonte foto: www.panorama.it)
SIATE GENTILI CON LE MUCCHE – Beatrice Masini ha raccontato la storia di questa donna rivolgendosi ai ragazzi. Ha utilizzato parole e frasi molto semplici ma precise, capaci di spiegare ai più giovani che cosa è l’autismo e che cosa prova una persona affetta da questa malattia. Il libro si apre raccontando di una bimba, Temple, che ha quasi un anno e la cui mamma, Eustacia, si accorge presto che non si comporta come gli altri: «non afferra le cose, non è curiosa, non ride […]. Non si mette niente in bocca, nemmeno il dito. Dorme moltissimo. Non parla. Non cerca il contatto né gli abbracci. Sembra chiusa dentro un cerchio, in un mondo tutto suo». A due anni ancora non parla. Grida, però: «È come se le parole non riuscissero a uscire […]; e allora bisogna spingerle fuori urlando. È il solo modo che conosce per farsi sentire. Non vuole essere toccata. Le piacerebbe, in verità. Ma quando succede è come se fosse troppo, un troppo che fa male».
A circa tre anni Eustacia porta Temple da uno specialista che le diagnostica l’autismo: siamo negli anni Cinquanta del Novecento. In quest’epoca si ritiene che alla base dell’autismo ci sia una eccessiva freddezza emotiva materna. Si crede che la madre che non riesca a legare empaticamente col proprio bambino, che non riesca a coccolarlo, a occuparsene con affetto e calore, sia la causa principale dell’autismo, costringendo il bambino a isolarsi. Per fortuna nell’ultimo trentennio la ricerca scientifica ha confermato che le madri non c’entrano niente con la malattia e che l’autismo è un modo di funzionare della mente e del cervello, un modo diverso, non inferiore. Comunque Eustacia, che si sente lo stesso responsabile del malessere della bambina che non capisce, pensa che forse sua figlia vorrebbe uscire da questo mondo in cui si rinchiude, ma non sa come fare. Invece di spedirla in una struttura speciale, come le suggerisce anche il marito secondo cui la figlia è una ritardata, Eustacia la tiene in casa con sé e prende anche una tata che si è già occupata di un bambino simile a Temple, per farsi aiutare. La regola della tata è “fare”: secondo lei l’importante è tenere Temple impegnata e non lasciarle il modo di mettersi a sognare a occhi aperti: «Album da colorare, carte con le figure, costruzioni. Vale tutto. C’è sempre qualcosa di nuovo da fare».
LA SCUOLA MEDIA E IL “MENTORE” DI TEMPLE – A quattro anni Temple impara a parlare e viene iscritta a scuola. Ci sono giorni sì e giorni no, ma la bambina impara e scopre di essere particolarmente brava in alcune attività pratiche e di detestarne profondamente altre. Tutto diventa più difficile, però, alle medie: gli altri ragazzini la prendono in giro, la chiamano “registratore” perché ha l’abitudine di ripetere più volte una stessa frase e “mucchio d’ossa” perché è magra. Temple allora ha paura: qualche volta si congela, qualche volta esplode. E ad un certo punto fa qualcosa che ha la conseguenza di farla espellere dalla scuola media che frequenta. È allora che la madre di Temple decide di iscriverla alla Hampshire Country School, una scuola speciale che si trova in campagna, con una fattoria vera, mucche, maiali e cavalli di cui occuparsi. Qui Temple incontra il professor Carlock, che diventerà il suo mentore: «È un insegnante di scienze che capisce molto presto quanto quella ragazzina spigolosa sia portata per la sua materia, quanto sappia vedere al di là di quello che vediamo tutti». Sì, perché Temple vede per immagini: «Io vedo dei film nella mente. Gli oggetti mi lampeggiano nella memoria come fotogrammi di un film. Se penso a un campanile, vedo tutti i campanili che conosco; è come se sfogliassi il mio personale album di figurine. Se penso a un alano, vedo tutti i cani di quella razza che ho incontrato; non penso a un’idea astratta di alano. Penso concreto. Penso visivo».
LA LAUREA, IL MASTER, IL DOTTORATO – Un giorno Temple, mentre si trova in Arizona per le vacanze estive nel ranch della zia, vede qualcosa: i bovini di un allevamento vengono fatti entrare in una specie di gabbia a forma di V per essere vaccinati. Le mucche, prima di entrare in questo sistema di contenimento, sembrano nervose e infatti muggiscono e scalciano. Una volta entrati nel macchinario, però, si tranquillizzano. Temple decide allora di costruire un marchingegno simile alla gabbia di contenimento per mucche, ma che possa utilizzare lei stessa: la strizzatrice. Tornata a scuola con la sua invenzione, Temple si sente dire da Mr. Carlock: «Se vuoi scoprire come mai quella macchina ti fa così bene […] devi studiare, indagare, approfondire, sperimentare per costruirne una migliore, e poi per capire come mai ha l’effetto che ha».
Dopo aver preso il diploma alla Hampshire Country School Temple si iscrive al Franklin Pierce College dove si laurea in psicologia con una tesi sulla strizzatrice e gli effetti della sua presa. Poi, alla Arizona State University, prende un master in scienze animali studiando il comportamento del bestiame da macello sulle rampe e nei sistemi di contenimento degli allevamenti. Il primo progetto importante di Temple , che comprende una rampa e un sistema di contenimento, viene intitolato La scala per il paradiso: «per Temple Grandin questo è un progetto lungo una vita, sta diventando lo scopo della sua esistenza: far sì che gli animali affrontino la loro fine tranquilli, privi di paura e di dolore. E lei a volte cammina al loro fianco nell’ultimo tratto della loro strada, in modo da essere sicura che siano davvero sereni, ignari di quello che li attende. Ha tante domande da porsi: quando verrà il momento di salire la nostra scala per il paradiso, riusciremo a voltarci e a essere fieri di quello che abbiamo fatto della nostra vita? Abbiamo fatto qualcosa di prezioso per gli altri? La nostra vita ha avuto un senso?».
Molte cose della vita di Temple sono cambiate da quando era una bambina ma il suo problema con l’amore no. Temple non sa amare nel senso in cui lo intendiamo noi. «Il suo modo di amare è diverso; forse passa semplicemente attraverso un’altra parola, che è gentilezza. È come se con tutto il suo lavoro lei ci dicesse: siate gentili con le mucche». Oggi un terzo del bestiame e dei maiali negli Stati Uniti vive e muore nelle strutture progettate da Temple Grandin.
Il libro di Beatrice Masini è corredato da un apparato di approfondimento a cura di Stefania Ucelli e Francesco Barale, direttore e presidente della Fondazione Cascina Rossago, una comunità agricola pensata per gli adulti e i giovani autistici che si trova in provincia di Pavia. Per saperne di più visitate il sito www.cascinarossago.net. Per scoprire la storia di Temple Grandin secondo altri punti di vista, invece, potete leggere La macchina degli abbracci, scritto dalla stessa Temple e pubblicato in Italia da Adelphi oppure Un antropologo su Marte, di Oliver Sacks sempre pubblicato da Adelphi (si tratta di un racconto facente parte di una raccolta dedicata a sette persone speciali). O, ancora, il libro scritto dalla mamma di Temple, Eustacia Cutler, A Thorn in my pocket (Una spina in tasca. Nel 2010 è uscito anche un film su Temple, intitolato Temple Grandin – Una donna straordinaria per la regia di Mick Jackson.
Mariangela Campo
@MariCampo81
Beatrice Masini, Siate gentili con le mucche. La storia di Temple Grandin, Editoriale Scienza, collana Donne nella scienza, illustrazioni di Vittoria acchini, pp. 112, €12.90, eBook €7.99, www.editorialescienza.it