
La seconda vita dei regali: guida semiseria al riciclo dell’orrore
Può succedere di imbattersi in un regalo improponibile e completamente inutile: WakeUp News vi lascia qualche dritta (post)natalizia su come uscirne
A tutti sarà successo di ricevere un regalo non proprio gradito, magari inutile o magari del tutto sballato; dal soprammobile inguardabile alla camicia di taglia sballata, i casi sono moltissimi e quasi incalcolabili. Se succede a Natale può essere una vera tragedia, soprattutto in questi anni di crisi; ma una soluzione esiste sempre, a volte più di una, e, pur ricordandoci che “quel che conta è il pensiero”, ecco alcuni modi per tirarsi fuori da situazioni imbarazzanti o fastidiose.
IL CAMBIO SINCERO – La prima e più immediata soluzione è dire chiaramente all’autore del regalo che ha toppato. Alla grande. Questo consente nella maggior parte dei casi di poter sostituire il dono con un altro di valore analogo o, almeno, con un buono per ulteriori acquisti: i regali di Natale non sono immuni al diritto di recesso e questo viene sicuramente incontro a tutti. Ovviamente l’approccio funziona solo in alcuni casi: non con tutti abbiamo la giusta confidenza per avanzare questa proposta.
RICICLAGGIO – Il sistema più diretto per far fruttare un regalo indesiderato è trovare qualcuno per il quale sia desiderabile e… propinarglielo alla prima occasione. Questo può significare dover attendere un compleanno, magari, o addirittura il prossimo Natale – certi doni sono troppo natalizi per essere utilizzati ad agosto, quando la vostra amica compie gli anni – o una qualsiasi ricorrenza, dalla laurea all’anniversario di matrimonio; solo bisogna fare attenzione a evitare di essere scoperti, sarebbe una tragedia su tutti i fronti. Il trucco sta nel tenere traccia di chi ci regala cosa e di cosa regaliamo a chi, scansando fonti incrociate che potrebbero scoprirci.
LO RIVENDO – Questa è la frontiera del digitale: basta un account eBay e si può rimettere in circolazione qualunque cosa; oltretutto aiuta l’economia stagnante del paese a riprendersi e non inquina. Battute a parte, è una strada ormai molto seguita, consente spesso di liberarsi di doppioni – accade spesso con i libri – o oggetti anche di qualità ma a noi completamente inutili. Un po’ come regalare un set di palle ovali a un calciatore. La modalità base prevede l’utilizzo del mercatino dell’usato di quartiere: che sia digitale o locale, la rivendita necessità l’attenzione minima per non essere scoperti. Pena un bel buco relazionale.
BENEFICENZA – Certi regali sono inadatti al riciclo, o perché troppo brutti, o perché troppo personalizzati o perché… deteriorabili a breve. Esiste allora l’opportunità della beneficenza, che funziona benissimo per i cibi – la mensa della Caritas e simili enti sono sempre pronti ad accogliere doni – e trova importanti spazi anche sul fronte dei vestiari. Anche lì, però, rimane il limite del buongusto e del non farsi scoprire: se l’autore del regalo fa il volontario nella parrocchia alla quale regalate le bellissima giacca pitonata con piume che vi ha regalato, potreste passare un brutto pomeriggio.
LA SOLUZIONE RADICALE – Ci sono poi regali davvero impresentabili, talmente fuori luogo da non poter neppure essere regalati per beneficenza: la giacca pitonata con contorno di piume ricade in effetti in questa categoria. Non la augureresti neppure al tuo peggior nemico, neppure a Salvini. Rimane poco da fare: o si butta, o la si tiene in casa, magari nascosta, lontana dalla vista, dove non fa male neppure al cuore, figuriamoci agli occhi. E, all’occorrenza, la si può sempre usare per quel travestimento nerd che avevamo sempre sognato alla festa di carnevale.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio