La Rai ha finanziato il blog di Grillo. L’accusa di Matteo Renzi

La pubblicità della Rai è apparsa sul blog di Beppe Grillo (fonte: wikimedia.org)

La pubblicità della Rai è apparsa sul blog di Beppe Grillo (fonte: wikimedia.org)

«Ho letto che la Rai ha dato dei denari al sito di Grillo. Immaginate cosa sarebbe successo se avessero dato soldi a noi», tuona il premier Matteo Renzi dal palco della Direzione Nazionale del Pd, con una frase che ha scatenato l’ira del M5S e ha dato seguito a rincorse di spiegazioni e accuse di strumentalizzazioni.

LA VICENDA – Sul blog di Beppe Grillo infatti è spuntato una banner pubblicitario della Rai, lasciando intendere che il servizio radiotelevisivo pubblico paghi una quota economica per apparire su di un sito specifico, in questo caso di un movimento politico. La questione, che ha aperto importanti scenari di discussione, è immediatamente stata notata e ripresa dalle file del Pd, in particolare da Matteo Renzi, che ha accusato la Rai di finanziare il sito di Grillo.
Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, conscio della figura non brillante fatta dal servizio pubblico di informazione, ha immediatamente commentato la questione, affermando di non sapere nulla e di voler andare in fondo alla vicenda.

COLPA DI GOOGLE ADSENSE - La questione è in realtà facilmente spiegabile grazie alla metodologia di scelta pubblicitaria della Rai che, per sponsorizzare il proprio marchio su internet, ha utilizzato il servizio di advertisement di Google; questo gestisce, tramite prodotti come AdSense e AdWords, i banner pubblicitari che appaiono sui numerosi siti del web, garantendo una buona pubblicità al marchio.
La Rai non ha quindi comperato direttamente uno spazio sul blog di Beppe Grillo, e non ha versato a questi dei soldi, ma la pubblicità del servizio radiotelevisivo è apparso in autonomia, proprio grazie all’utilizzo del servizio messo a disposizione da Google.

LA RISPOSTA DI ROBERTO FICO - La questione è stata poi chiaramente spiegata da Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai e membro del direttorio M5S, che ha riportato, sulla sua pagina Facebook, le spiegazioni ufficiali del servizio pubblico: «Ecco cosa scrive la Rai: ‘la Rai non ha acquistato direttamente spazi sul sito di Beppe Grillo; è stato utilizzato il servizio di advertising di google, che inserisce autonomamente spazi pubblicitari all’interno delle pagine di ricerca di google o all’interno di siti web che ospitano la pubblicità. La Rai ha già provveduto a fornire indicazioni correttive a google per evitare che si ripetano episodi di questo tipo, anche se di modeste entità’. Trasparenza, sempre». Anche Carlo Sibilia del M5S ha commentato l’accaduto definendo la pubblicità un «AdSense irrisorio», mostrando come la comparsa del logo Rai sul sito di Beppe Grillo sia stata puramente casuale.

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Non c’è stato un finanziamento diretto tra Rai e blog di Grillo

UN ERRORE EVITABILE - Nonostante queste spiegazioni mostrino inequivocabilmente come non ci sia stato un collegamento e un finanziamento diretto tra Rai e blog di Grillo, il grave errore è stato commesso dal servizio Rai che non ha specificato e selezionato accuratamente i siti web in cui non comparire (come appunto il sito del leader del M5S). La gaffe, per nulla leggera, è stata riconosciuta da Viale Mazzini che si fatta carico di «fornire indicazioni correttive a Google per evitare che si ripetano episodi di questo tipo».

Alessia Telesca

foto: wikimedia.org;

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