
‘La piramide di fango’: il nuovo romanzo di Andrea Camilleri
Andrea Camilleri torna in libreria con 'La piramide di fango', una nuova appassionante avventura del commissario Salvo Montalbano
Andrea Camilleri torna in libreria con il romanzo La piramide di fango (Sellerio 2014, «La memoria», € 14,00), una nuova avventura del commissario Salvo Montalbano.
MAFIA E APPALTI – Piove senza tregua sulla bellissima e misteriosa Sicilia. L’acqua scende ininterrottamente notte e giorno, accompagnata da luminosi lampi e spaventosi tuoni, trasformando le strade e i campi in distese di fango in cui è difficile orientarsi. Lo stesso fango che sembra ricoprire con una spessa coltre di apparenza gli appalti e gli affari che si muovono attorno alle nuove costruzioni di Vigata. Diverse imprese paiono contendersi i nuovi progetti edili nel comune siciliano, ma sotto questa parvenza di libero mercato si muovono politici, imprenditori senza scrupoli e famiglie mafiose spietate, soggetti pronti a inquinare l’economia e il lavoro dell’intera isola, ma, fuori dalla metafora narrativa, dell’intero Paese. Su tutto questo sta indagando il coraggioso giornalista Tano Gambardella, quando decide di rivolgersi al commissario Montalbano per aver ricevuto esplicite minacce volte a dissuaderlo dallo scoperchiare il vaso della pax mafiosa e degli accordi imprenditoriali.
DELITTO D’ONORE – A Montalbano la consapevolezza del fetore sottostante all’economia della sua terra, unita all’impotenza a cui nemmeno un onesto poliziotto può sfuggire, fanno montare una rabbia selvaggia. Che si amplifica ancora di più quando viene ucciso e ritrovato in un cantiere Giugiù Nicotra, contabile unico di una delle maggiori imprese edili presenti sul territorio. Il commissario si trova da quel momento spettatore di un teatrino di pupi, diretto con abile maestria da un regista occulto che mira a presentare il delitto come una faccenda di corna. Montalbano sta al gioco, ma fin dal primo minuto intuisce la verità: Nicotra è stato ammazzato per una questione molto più grande e strettamente connessa alla mafia degli appalti.
IL TRANELLO – Ma come riuscire a dipanare la matassa? In che modo scoprire la verità, nell’omertoso e complice silenzio che copre gli affari sporchi del mattone, a partire dalla più alte istituzioni? Ma soprattutto: una volta compresa la dinamica dei fatti, oltre alle apparenze create ad arte da chi ha interesse a mantenere la verità nascosta, come dimostrarla? Montalbano, la cui frustrazione cresce a ogni passo che compie durante l’indagine, non resta che trovare un buco nella piramide di fango che copre e nasconde la realtà: dovrà provare con uno sfunnapedi, un tranello, quale ultima disperata mossa perché la giustizia, anche solo per una volta, possa avere ragione su menzogna e corruzione.
L’AUTORE – Andrea Camilleri torna a raccontare il suo personaggio più celebre attraverso una storia appassionata, coinvolgente e ricca di colpi di scena. Una vicenda in cui, quando la verità sembra a un passo, immediatamente viene ricacciata indietro da forze troppo potenti per poter essere contrastate attraverso la logica e la legalità. La frustrazione di Salvo Montalbano sembra essere quella dell’autore stesso, di fronte a un’Italia sempre più corrotta, meschina e bugiarda. Un Paese dove ogni volta che esiste una possibilità di business, tutto viene immediatamente fagocitato dalla corruzione e dal malaffare. In questo contesto, anche la parola «mafia» suona quasi riduttiva: se una volta la criminalità organizzata era un potere avverso allo Stato e che per assicurarsi gli affari doveva usare la violenza, oggi sembra impossibile distinguere la legalità dal crimine, tanta è la commistione tra imprenditoria, politica e malavita.
IL PERSONAGGIO – In questo contesto è ancora più facile l’identificazione con Salvo Montalbano, persino rispetto ai romanzi precedenti: il suo senso di giustizia, la sua voglia di verità e la sua etica vanno a sbattere con violenza contro un Paese corrotto e perverso. Da questo derivano rabbia, frustrazione e persino la necessità di spingersi oltre quelli che sono i confini del suo ruolo, pur di spazzare via tanta meschinità, almeno per una volta, senza la pretesa di un cambiamento culturale, ma solo perché è giusto che ciò accada. Con Montalbano si muovono come sempre la domestica Adelina, il goffo Catarella e i fidati collaboratori Fazio e Augello. Sullo sfondo anche la fidanzata Livia che, nella sua casa di Genova, traballa sull’orlo della depressione, gettando il protagonista nello sconforto. Mai Montalbano era stato dipinto da Camilleri così malinconico in una solitudine da sempre al contrario ricercata e così desideroso di avvicinarsi alla compagna. Forse anche per il commissario il tempo ha cominciato a correre veloce. Ma, anche se è inevitabile che accada, non è una prospettiva consolante per i lettori: in un Paese al degrado, servirebbero molti commissari Montalbano per difendere la legalità.
Daniele Leone
@DanieleLeone31
Andrea Camilleri, La piramide di fango, Sellerio 2014, «La memoria», € 14,00