
La Lotus vince 25 anni dopo Ayrton Senna: Kimi is back
Abu Dhabi – Mancavano tre gare alla fine di un mondiale che era creditore nei confronti di Kimi Raikkonen. Lottare, con determinazione, a ogni gara contro i tuoi rivali che dispongono di un mezzo superiore e aspettare l’opportunità. È impossibile competere con Red Bull e McLaren, e lui lo sa perfettamente. Terzo nel campionato piloti con 198 punti e anche se si è trovato matematicamente fuori dalla lotta iridata, lo scorso 4 novembre, non poteva essere un giorno migliore.
Kimi Raikkonen ha vinto il GP di Abu Dhabi, è tornato alla vittoria dopo tre anni di digiuno da quel GP del Belgio del 2009 quando il pilota finlandese difendeva i colori del Cavallino Rampante.
Iceman ritrova il gradino più alto del podio davanti ad Alonso e a Vettel ed è l’ottavo pilota a vincere una gara nel corso del campionato 2012 di Formula 1, uno dei più emozionanti degli ultimi dieci anni.
Kimi, che prendeva il via dalla quinta casella della griglia di partenza, scatta come un fulmine a ciel sereno, scavalca subito Webber e Maldonado e si mette, stabilmente, negli scarichi di Lewis Hamilton, primo. Quando la McLaren dell’anglo caraibico da segni di cedimento a causa di un problema di pressione del carburante, il finlandese ne approfitta, balza in testa alla corsa e li rimane, anche durante il balletto dei pit stop, riuscendo a gestire la gara con assoluta determinazione e freddezza da professionista qual’è.
Anche se la scarsa abrasività del fondo stradale del circuito degli emirati ha aiutato la Lotus a non far soffrire i pneumatici, Raikkonen è uno di quei piloti capace di tirar fuori il meglio dal mezzo meccanico quando quest’ultimo non fa parte del lotto dei migliori: ritarda la sua sosta ai box, non commette nessun errore e tiene lontano Alonso che si avvicina solo nei giri finali. E non sono parole di circostanza quando si afferma che questo mondiale di Formula 1 era debitore nei confronti di Iceman che già in Bahrain, al GP d’Europa e in Ungheria era salito sul secondo gradino del podio, battuto rispettivamente da Sebastian Vettel a Sakhir, da Fernando Alonso a Valencia e da Lewis Hamilton all’Hungaroring.
Questa vittoria, giunta ad Abu Dhabi, riporta alla mente degli appassionati ricordi antichi e ricchi di emozione collegati alla gloriosa storia del marchio Lotus che venticinque anni fa saliva per l’ultima volta sul gradino più alto del podio di un Gran Premio di Formula 1, a Detroit, per mano di un giovane Ayrton Senna. Se Raikkonen ha portato a casa la vittoria numero 80 per il team inglese, va sottolineato come la Lotus dei tempi del brasiliano non sia la stessa sulla quale il finlandese ha posto le fondamenta per questo successo: lo storico marchio britannico ha sede ad Enstone e prima del cambio di nome era la Renault F1 che nel 2005 e 2006 ha fatto vincere a Fernando Alonso i suoi primi titoli mondiali.
E mentre la Formula 1 celebra il ritorno alla vittoria di Kimi Raikkonen, Kimi celebra. I tifosi si concentrano sulla lotta per il titolo mondiale, senza voler vedere che tra le Red Bull e le Ferrari si è imposta una Lotus che probabilmente è riuscita a mettere in imbarazzo quelli che erano i favoriti della vigilia. Una specie di terzo incomodo per la scelta finale del campione della stagione, proprio quel Kimi che nel 2007 si è portato a casa il primo alloro iridato di Formula 1, lui che non era il favorito nella rincorsa finale e che insegnò a Lewis Hamilton e Fernando Alonso cosa volesse stare a significare il valore della calma, della freddezza e della serietà.
Eleonora Ottonello