
La fecondazione assistita degenera: si chiedono figli “su misura”
Fa discutere - e molto -, in Usa e Asia, la tendenza delle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita di richiedere figli "su misura"
Chi non immagina per il proprio figlio una vita da star? Un figlio campione di calcio o di basket, oppure scienziato o presidente della Repubblica. Una figlia bellissima, modella strapagata e strafamosa in tutto il mondo. Luoghi comuni, frasi fatte, eppure non così lontane dalla verità. Tanto che negli Usa e in Asia negli ultimi mesi sono arrivate centinaia di richieste molto particolari da parte di coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita.
LE RICHIESTE DELLE COPPIE – Le richieste delle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita variano molto da caso a caso: alcune coppie vogliono un figlio musicista, altre un bambino con un quoziente intellettivo superiore a 200, altre ancora un figlio che diventi un campione di basket. Una coppia di sordi ha chiesto di generare un bambino sordo. Siamo nel campo dell’eugenetica, quella scienza che studia i metodi di selezione e di sviluppo di qualità innate di una razza. Per semplificare il concetto, quella corrente di pensiero che si è diffusa nell’era nazista e che promuoveva la riproduzione di “soggetti desiderabili socialmente”, prevenendo la nascita di soggetti “non desiderabili”. Corrente che si era man mano affievolita e poi spenta del tutto, per rinascere evidentemente nel XXI secolo, con la differenza che oggi sono i genitori che vogliono bambini “su misura” per loro.
IL CONVEGNO DI ROMA – Queste informazioni sono state diffuse da Richard Scott, embriologo della Rutgers University, nell’ambito di un convegno tenutosi a Roma che riguardava le nuove applicazioni e i nuovi sviluppi nel campo dei processi attraverso cui gli organismi crescono e sviluppano prima della nascita (embriologia).
Ecco il racconto del dottor Scott: «Sono venuti da me dei genitori che volevano un figlio giocatore di basket o una figlia con quoziente intellettivo maggiore di 200. Ognuno di questi tratti dipende da decine di geni, ci vorrebbero migliaia di embrioni per selezionarne uno. Non è possibile dal punto di vista tecnico. Oltre che eticamente inaccettabile. Ci sono però compagnie che stanno studiando il modo di produrre migliaia di gameti a partire dalle staminali, a quel punto si avrebbero migliaia di embrioni da cui, in teoria, scegliere quelli voluti. Questo è inaccettabile per i tratti somatici, ma sono molte di più le coppie con richieste legate alla salute, con l’assenza di geni che aumentano il rischio di malattie. Il discorso è diverso, servirebbero regole che ne stabiliscano i limiti».
IL CASO ITALIANO – In Italia la norma che regola la procreazione assistita è la Legge 40: questa legge, una delle più dibattute a causa dei suoi limiti, impone il divieto di selezione degli embrioni a scopi eugenetici, cioè per la promozione di caratteri fisici e mentali ritenuti socialmente positivi a scapito di caratteri ritenuti negativi. Le pratiche di questo tipo sono espressamente vietate anche dalla carta dei diritti dell’Unione europea. Diverso invece il caso di prevenzione di determinate malattie che preveda un preimpianto il quale, come ha sostenuto anche il dottor Scott, è eticamente accettabile.
Mariangela Campo
@MariCampo81