La crisi delle librerie storiche: un patrimonio in via di estinzione

librerie storicheSono tempi duri. Per tutti. La disastrata situazione economica italiana è stata analizzata in maniera più o meno approfondita da chiunque, a partire dai politici, passando per gli economisti, per arrivare a esperti più o meno qualificati. In uno sterminato mare di proposte, l’unica certezza è che una soluzione, anche provvisoria, ai mali dell’Italia non è ancora stata trovata. E i cittadini continuano a fare fatica ad arrivare a fine mese, i più sfortunati (purtroppo non pochi) perdono il posto di lavoro e gli imprenditori sono costretti a chiudere le attività, avviate con grossi sacrifici, oppure frutto di una tradizione secolare che sembra però non contare più nulla.

UN BENE DI LUSSO – Il settore della cultura è uno dei più colpiti dalla crisi. La cronaca degli ultimi mesi ha presentato numerosi casi di librerie storiche che hanno dovuto chiudere i battenti. In tempi dove le famiglie devono risparmiare su tutto, i libri sono diventati improvvisamente un bene di lusso. Nell’ottobre scorso ha dovuto alzare bandiera bianca la storica libreria Guida di Napoli: un fulcro della tradizione culturale napoletana, un luogo dove poeti del calibro Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale erano di casa, un palcoscenico che ha accolto i proclami di scrittori e critici quali Sanguineti, Eco, Fernanda Pivano e il santone beat Allen Ginsberg.

LA LIBRERIA BOCCA – Nello stesso periodo è balzato all’onore della cronaca l’appello dei titolari della libreria Bocca di Milano, specializzata in pubblicazioni d’arte. Situata nel pieno centro del capoluogo meneghino, all’interno della Galleria Vittorio Emanuele (a due passi da Duomo), la libreria Bocca è attiva dal lontano 1775, e vanta il primato di libreria più antica d’Italia ancora in attività. Un fiore all’occhiello della cultura non solo di Milano, ma dell’Italia intera. I gestori della storica libreria hanno assistito, durante il corso del 2013, a una drastica diminuzione del volume di acquisti da parte dei cittadini. Da qui la decisione di esporre in vetrina un eloquente cartello che recitava “La crisi rischia di farci chiudere, sostieni la più antica libreria d’Italia regalandoti un libro”, a cui hanno fatto seguito gli appelli sul web e sui media.

TRIESTE – Purtroppo questi non sono gli unici casi di librerie storiche che si sono trovate sull’orlo del baratro. La Libreria antiquaria Umberto Saba di Trieste si è trovata ad un passo dalla chiusura definitiva. Fondata dallo stesso poeta triestino tra le due Guerre, la libreria è stata salvata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che ha siglato un accordo per la tutela e la valorizzazione dell’antica libreria, dichiarata e vincolata dallo Stato come “Studio d’artista”. Rimanendo nella stessa città, ha dovuto chiudere per sempre la Libreria Fenice, con le conseguenti petizioni online per impedire che i libri invenduti finissero al macero. Alla fine i libri destinati alla distruzione sono stati messi in vendita online al 10% del prezzo di copertina.

Ultimo ma non ultimo, il caso della libreria Boragno di Busto Arsizio che, dopo diversi mesi di chiusura, ha riaperto grazie a 32 clienti che si sono impegnati in una generosa colletta: la libreria ha così avuto la possibilità di riprendere la sua attività grazie al merito di alcuni volenterosi e coraggiosi lettori, scesi in campo in prima persona per evitare che la loro libreria di fiducia chiudesse per sempre.

librerie storiche libreria bocca - milano repubblica it

L’appello della libreria Bocca di Milano (milano.repubblica.it)

POCHI LETTORI, TANTI SCRITTORI – In un periodo in cui anche le gradi catene non se la passano bene – basti vedere l’infinito alternarsi mensile di sconti sui libri nuovi delle più importanti case editrici – le librerie storiche e quelle a conduzione famigliare rischiano ogni mese il fallimento. In un periodo nel quale le famiglie sono costrette a una drastica riduzione delle spese per arrivare a fine mese, i libri sono diventati un bene trascurabile. L’Italia è purtroppo (e non solo in questi ultimi anni) un paese dove i lettori forti, quelli cioè che leggono almeno un libro al mese, scarseggiano, dove la vendita dei libri cartacei è in sensibile calo, e dove il boom del mercato degli ebook, molto diffusi in altri paesi europei, non si è ancora verificato.

Al momento il web è servito solamente a saturare il mercato delle pubblicazioni: secondo le statistiche, infatti, vengono pubblicati in media ben 170 libri al giorno. Tutti scrivono un libro, ma nessuno li legge. Tutti vogliono diventare scrittori, ma nessuno ha veramente la passione per la letteratura. Come se, per assurdo, un giovane scrittore abbia deciso di cimentarsi nella stesura di un’opera letteraria abbagliato dal brillante e ricco Francis Scott Fitzgerald dipinto da Woody Allen in Midnight in Paris, senza aver però mai letto una riga di uno dei romanzi del celebre scrittore americano.

Cifre e statistiche che nascondono uno strano controsenso facilmente decifrabile: chiunque può pubblicare online a bassissimo costo, con la conseguenza però di saturare il mercato e mettere in difficoltà il lettore nel momento in cui si appresta a scegliere una nuova lettura, frastornato da un mare sterminato di nuove pubblicazioni.

SOLUZIONI? – E’ un discorso questo che potrebbe continuare all’infinito, con considerazioni riguardo all’impatto più o meno positivo del web sull’editoria, sui pregi e sui difetti dell’editoria online faidate, sulle possibili soluzioni in campo economico per ridare una spinta a un settore, quello letterario e culturale in generale, che in passato ha fatto la fortuna di questo Paese. Di certo è che le librerie storiche fanno parte di quei beni storico-culturali che in primis devono essere salvaguardati, perché simbolo di una tradizione culturale secolare e collegamento indispensabile tra autore e lettore. La realtà è che questo Paese ha un disperato bisogno di soluzioni efficaci e immediate (e soprattutto non di facciata) che diano una nuova spinta non solo all’editoria e al mercato letterario, ma alla cultura tutta, un bene che potrebbe costituire una grande risorsa ma che viene inspiegabilmente e costantemente ignorato.

Foto homepage: www.libreriamo.it

Alberto Staiz

@AlStaiz

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Una risposta a La crisi delle librerie storiche: un patrimonio in via di estinzione

  1. avatar
    Stelio 11/03/2014 a 20:34

    La Libreria Saba è stata aperta nel 1914 e dal 1919 è stata acquistata dal poeta Umberto Saba, quindi non è stata aperta fra le due Guerre, inoltre fino al momento non è mai stata “ad un passo dalla chiusura”.

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