
La consulta boccia i referendum elettorali
La Consulta ha bocciato entrambi i quesiti presentati dal comitato promotore del referendum sulla legge elettorale, guidato da Antonio Di Pietro e Arturo Parisi.
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 2005 numero 270 (modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica), decisione peraltro già nell’aria alla vigilia.
Il primo quesito proponeva l’abrogazione in blocco del Porcellum, il secondo perseguiva lo stesso risultato con singole amputazioni della normativa attuale. L’obiettivo era quello di tornare alla legge precedente, cioé al Mattarellum, che nel 1993 introdusse al posto della disciplina precedente (di tipo proporzionale), un sistema misto, in base al quale i seggi di Camera e Senato erano assegnati per il 75% mediante l’elezione di candidati in altrettanti collegi uninominali, e per il restante 25% con metodo proporzionale.
Feroci i commenti da parte di Antonio Di Pietro che dichiara: «L’Italia si sta avviando, lentamente ma inesorabilmente verso una pericolosa deriva antidemocratica, ormai manca solo l’olio di ricino», attaccando anche il governo «Quella della Corte non è una scelta giuridica ma politica per fare un piacere al capo dello Stato, alle forze politiche e alla maggioranza trasversale e inciucista che appoggia Monti, una volgarità che rischia di farci diventare un regime». Le parole di Di Pietro hanno scatenato la reazione del Colle: «Parlare della sentenza odierna della Corte Costituzionale come di una scelta adottata per fare un piacere al Capo dello Stato è una insinuazione volgare e del tutto gratuita, che denota solo scorrettezza istituzionale».
Alberto Staiz