
La casa dei sette ponti: la nuova favola di Mauro Corona
Sull’appennino tosco-emiliano, lungo una strada ricca di tornanti, si appoggia una piccola casa, ricoperta di cenci colorati per ripararsi dalle intemperie e dai cui comignoli esce sempre il fumo, d’estate come d’inverno. La natura segue lentamente ed inesorabilmente i suoi cicli in quel luogo incontaminato: durante la bella stagione il verde rigoglioso fa da sfondo colorato alle rocce e ai torrenti, mentre quando cade il freddo tutto si tinge di bianca neve e spesso ghiaccio. Persino la casetta sembra sparire, a parte per il fumo, che è aspettativa di calore e familiarità. Da quel punto le grandi città si possono solo immaginare, non vedere: Firenze, Pistoia, Prato si riflettono solo negli occhi e nelle menti di coloro che le hanno vissute, presagio di un mondo dominato dall’affarismo e dalla civiltà lontano anni luce da quell’angolo di pace.
Dal mondo contaminato dalla modernità arriva un ricco industriale della seta che, dopo essersi allontanato dalle sue montagne, ha fatto fortuna nella cittadina di Prato. E’ un uomo ricco, senza scrupoli, «duro e cinico, abituato a vincere spazzando rivali e nemici mediante freddezza e calcoli perfetti». Gli capita abbastanza frequentemente di tornare sull’appenino, nel paese natale, passando sempre per quella strada quasi deserta e ricca di pericolosi tornanti. Ogni volta saluta i vecchi amici, rimasti a vivere tra quelle rocce: non scorge l’ombra di invidia nei loro occhi. Lui, un ricco imprenditore, l’unico che ha resistito all’assalto dei cinesi, abituato ad essere ammirato ed odiato, non trova tutto questo solo negli sguardi e nei lunghi silenzi delle persone che sono rimaste qui, costruendosi un futuro lontano dalla civiltà della competizione.
Passa spesso da quella strada l’industriale della seta. Ogni volta guarda la casa: si domanda chi possa vivere tra quelle assi di legno e quelle protezioni di plastica. Il fumo dei camini indica che vita ci deve essere, ma lui non ha mai visto uscire nessuno, né muoversi all’interno anima viva. Un giorno accosta la macchina lussuosa e potente sul ciglio della strada e scende. Titubante, fa picchiare le nocche sulla porta antica, ma nessuno risponde. La spinge ed entra: la casa è abitata da una coppia di anziani, i quali lo fermano sull’uscio senza farlo accomodare. Ma non è scortesia: potrà superare quel confine solo dopo aver attraversato i sette ponti che cingono la valle. Da lì l’industriale inizierà la sua avventura verso un finale di inaspettata redenzione.
Mauro Corona torna a pubblicare un’opera, un anno dopo Come sasso nella corrente (Mondadori 2011, «Scrittori italiani» € 18,50) e riprende l’ambientazione che gli è più nota: la montagna. Come nel resto della sua produzione infatti, lo scrittore nato a Trento e vissuto nella valle del Vajont, ripercorre quei luoghi che hanno fatto da teatro alla sua crescita: valli, pietre, torrenti, lontani dalla contaminazione dell’uomo. Questa volta traspone quelle immagini in un altro contesto: non più le valli friulane di Storia di Neve (Mondadori 2008, «Scrittori italiani e stranieri» € 22,00), ma l’appenino che attraversa la Toscana e l’Emilia.
L’autore riprende anche un altro tema che gli è molto caro, già affrontato ad esempio con La fine del mondo storto (Mondadori 2010, «Scrittori italiani e stranieri» € 18,00): la necessità, in mondo dominato dall’industria e dalla perdita dei valori, di rifugiarsi nelle cose semplici e nel ricercare le proprie radici. In questo modo regala un bel racconto di formazione del protagonista che ricorda, attraverso gli echi favolistici, la vicenda di Ebenezer Scrooge del classico di Charles Dickens Canto di Natale.
Infine Corona, ispirandosi anche dichiaratamente a Edoardo Nesi e al suo Storia della mia gente (Bompiani 2010, «Overlook» € 14,00), racconta il dramma dell’industria tessile toscana, divorata dal libero mercato e annientata dall’insostenibile concorrenza cinese. E’ proprio in questo contesto che l’autore suggerisce un ritorno al passato e alle proprie origini, attraverso una favola semplice e godibile dalla prima all’ultima pagina.
Mauro Corona. La casa dei sette ponti. Feltrinelli 2012, «Narratori» € 7,50
Daniele Leone