
L’enigma di “Riccioli d’oro”: incontro con Marco Miserocchi
Milano- “Da questa conferenza, ve ne andrete sapendo qualcosa in meno e con una domanda in più”: così si apre la conferenza di Marco Miserocchi, autore di “Omnium: i molti sentieri della realtà”.
Fisico e scrittore, occupato in progetti e conferenze nel campo della fisica, da anni si dedica alla divulgazione scientifica: l’abbiamo incontrato, ieri, al Circolo Filologico Milanese per discutere di enigmi e riccioli d’oro. Ok, facciamo un passo indietro: chi si ricorda la favola di “Riccioli d’oro”?
Breve accenno per i più smemorati.
C’erano una volta tre orsi: uno era minuscolo, uno grande e uno grandissimo. Vivevano in una casetta nel bosco ed avevano ognuno oggetti e mobili adatti alle proprie dimensioni: tazze, sedie, letti.
Un giorno, una bambina di nome “Riccioli d’oro” si perde nel bosco e trova questa casetta: entra e vede mobili enormi, mobili grandi e mobili della sua misura. Dopo un po’, stanca di girovagare, si addormenta in un letto: non quello grandissimo, non quello grande, ma quello minuscolo.
La favola continua, ma fermiamoci qui: cosa centrano gli enigmi della fisica moderna con “Riccioli d’oro”?
Come emerge dalla favola, ci sono oggetti che sono perfettamente adatti alle nostre dimensioni: non grandissimi, non grandi, ma proporzionati alle nostre misure. Così l’universo intero.
Ma come mai l’universo sembra perfettamente adatto alle nostre dimensioni, come se fosse fatto su misura? La fisica moderna risponde con due ipotesi: la prima chiama in causa una legge universale, per cui tutto è così, perché non può non essere altrimenti (creazionismo); la seconda invece fa riferimento al caso, affermando che tutto questo è frutto della casualità, appunto.
Pochi sanno, però, che esiste una terza visione: l’ ipotesi delle “leggi flessibili”, creata dal fisico statunitense Wheeler. Questa possibile spiegazione chiama in causa il nostro normale modo di pensare e apre a nuovi scenari, in cui l’uomo non è solo un prodotto, ma l’artefice stesso della creazione.
Grazie ad un esperimento, detto della scelta ritardata, emerge come la luce possa tornare indietro nel tempo: di qui, la forte affermazione per cui una mia scelta, oggi, può modificare quello che è successo in passato, cambiandone la storia. E ancora, il passato non esiste, se non quando viene determinato attualmente. “La realtà nasce dal tipo di domande e dalla casualità della risposta”: questo era quello che, in sintesi, pensava Wheeler.
Ma se l’atto di osservazione è un atto di creazione, allora ogni volta che guardiamo stiamo in realtà creando? Siamo noi i creatori dell’universo?
La meccanica quantistica non è ancora riuscita a dare spiegazioni a queste domande: nel mondo scientifico, i fisici si dividono. Staremo a vedere quali nuove teorie arriveranno, presto o tardi.
Intanto, ce ne andiamo dalla conferenza con qualche certezza in meno e qualche domanda in più.
Nadia Galliano
Foto|| via multimania, antoniogramsci