
Italicum: le assurdità di un dibattito senza senso
L’Italicum è ufficialmente arrivato alla Camera dei Deputati dove nei prossimi giorni verrà votato per l’ultima volta. Il dibattito sull’Italicum dura da più di un anno ed è stato a dir poco paradossale. Ecco perché.
NON È UN’URGENZA - Come noi di WakeUpNews abbiamo già scritto, l’Italia è un paese pieno di problemi: la corruzione, l’evasione fiscale, la criminalità organizzata, la disoccupazione, le tasse troppo alte, una burocrazia da ripensare, un sistema scolastico ed universitario che non funziona, l’immigrazione clandestina dai numeri sempre più pesanti. Possibile che in televisione non si parli d’altro che dell’Italicum?
MAI LE PREFERENZE. VIVA LE PREFERENZE - La minoranza del Partito Democratico – quella più spostata a sinistra – vorrebbe che a scegliere i deputati fossero solo i cittadini attraverso le preferenze (con l’Italicum avverrebbe soltanto in parte). Peccato che la sinistra per anni sia stata contraria alle preferenze. Non ci credete? Ecco un vecchio manifesto.
COSA CONTANO I CITTADINI? - Il fatto che la minoranza del Pd abbia cambiato idea sulle preferenze non significa, però, che Renzi abbia ragione sull’Italicum. Se le riforme dovessero passare così come sono allo stato attuale, alla Camera la grande maggioranza dei deputati verrà scelta dai vertici di partito mentre al Senato ci andranno i consiglieri regionali. I cittadini, insomma, non conteranno più niente. Il problema si potrebbe risolvere uscendo dal dibattito liste bloccate vs preferenze e pensando ai collegi uninominali.
Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 15 Gennaio 2014
IL DITO E LA LUNA - Se Silvio Berlusconi avesse cambiato la legge elettorale a colpi di maggioranza fregandosene delle opposizioni esterne ed interne la sinistra (dopo aver detto che le regole si sarebbero scritte insieme) avrebbe sicuramente organizzato manifestazioni in piazza e chissà cos’altro. Se lo fa Renzi, invece, quasi nessuno dice niente e quei pochi che lo fanno vengono etichettati come gufi o professoroni. Come al solito, in Italia si guarda il dito che indica la luna e non quest’ultima.
Giacomo Cangi
foto: radioradio.it