
Istanbul: il governo vuole riconvertire Santa Sofia in una moschea
Istanbul – Il governo di Erdogan, in Turchia, è da tempo oggetto di durissime critiche, proteste e scontri di piazza per la volontà di islamizzare una nazione che, con la proclamazione della repubblica da parte di Ataturk, ha fatto della laicità il suo mantra. Ecco perché l’exploit del vicepremier Bülent Arinç, che ha annunciato di voler riconvertire la Basilica di Santa Sofia in moschea ha messo sul chi va la molte persone.
SANTA SOFIA È TRISTE - «La moschea Santa Sofia è triste, ma tornerà presto a sorridere nuovamente». Così, nel corso dell’inaugurazione di un Museo del tappeto, Bülent Arinç ha annunciato l’intenzione del governo di Ankara di voler provvedere alla “riconversione” dell’edificio, attualmente utilizzato come museo grazie a un decreto legge del 1934, e visitato da milioni di persone ogni anno, in una moschea. A nulla vale ricordare, a quanto pare, che sin dalla sua fondazione, nel 562, fu una chiesa cristiana, nel rito ortodosso e cattolico romano, e che divenne moschea solo successivamente, durante l’invasione di Maometto II del 1453 (invasione che vide saccheggi ed enormi spargimenti di sangue, anche nella stessa basilica). «Un luogo di culto non può servire che alla funzione iniziale e originale», ha aggiunto Arinç, confermando la teoria precedente. Il viceministro, per contro, è colui che aveva criticato la decisione di abolire i dormitori misti per gli studenti, considerandola una «violazione della vita privata della popolazione», ma che Erdogan aveva bollato come «illegittimi modelli di vita», in quanto perpetrerebbero la promiscuità sessuale.
L’ISLAMIZZAZIONE DELLA BASILICA-MUSEO - Gli islamisti turchi e la destra più intransigente reclamano, già da tempo, la riconversione di Aya Sofia in moschea. Per questo l’anno scorso organizzarono una preghiera collettiva nel grande piazzale antistante il museo, e per questo motivo è stata avviata una raccolta di firme nei mesi scorsi. Addirittura Skylife, il giornale distribuito sui voli della Turkish Airlines, aveva dedicato ad agosto un ampio spazio a questo «grande monumento ottomano», ponendo l’accento sulla possibile illegalità del decreto di conversione in museo. L’islamizzazione della Turchia, oltre che da Santa Sofia, passa però anche da decisioni ancora più restrittive della vita personale e privata, quali il blocco delle vendite di alcolici (l’alcool è assolutamente proibito nell’Islam), e dall’introduzione di corsi supplementari di Islam sunnita nelle scuole di ogni ordine e grado.
Stefano Maria Meconi