
Ipertensione: frutta, alcol, moto e cibo i fattori di rischio
Monaco di Baviera – Poca frutta, molto alcol, poco movimento, tanto cibo: su cento adulti con questo stile di vita, tutti e cento diventano ipertesi; se i cento invece conducono uno stile di vita sano se ne ammalano solo 35. Sono differenze esorbitanti presentate lo scorso 27 agosto 2012 al congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Monaco di Baviera fino al prossimo giovedì, che aggiungono informazioni fondamentali su quella che è considerata la quarta causa di morte: l’ipertensione.
L’ipertensione – condizione causata da un aumento dei valori della pressione arteriosa, cioè dalla forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie – può essere molto pericolosa, perché il cuore deve sostenere uno sforzo superiore alla normalità per funzionare ed il sangue sottopone i vasi a un’eccessiva usura che può danneggiarli gravemente con conseguenze disastrose anche per cervello, reni e occhi.
Ad aggravare i pazienti che già soffrono di questa patologia, secondo il dott. Pekka Jousilahti dell’Istituto nazionale per la salute e il benessere della Finlandia, sono i 4 fattori – peso, moto, alcol e verdura – poiché sommano i loro effetti, ovvero ognuno aggiunge (o sottrae, in caso di assenza) il 15% circa di rischio in più. Questo significa che un’attività sportiva inferiore a tre ore a settimana aumenta per esempio il rischio di ipertensione del 15%; allo stesso modo un 15% si aggiunge se ogni settimana si beve minimo mezzo litro di vino. Nello sviluppo dell’ipertensione invece il fumo sembra avere un’influenza minore, mentre rimangono appurati i danni che esso provoca a cuore, arterie e cervello.
Spesso un paziente iperteso non sa di essere tale: è una condizione questa che spesso rimane silente per molti anni, manifestandosi poi in modo casuale e se non viene trattata per molto tempo trova una risoluzione positiva solo nel 25% dei pazienti.
Si stima che in Italia ne soffrano circa 15 milioni di persone, tra uomini e donne, e che stia diventando un problema sempre più diffuso anche tra i giovani, perché la popolazione è sempre più esposta a tutti i fattori di rischio. Di sicuro è fondamentale curare questa patologia: un trattamento dell’ipertensione può ridurre del 40% la probabilità di insorgenza di ictus ad esempio, ma è allo stesso modo di primaria importanza educare giovani e adulti alle conseguenze della malattia e favorire la diagnosi precoce.
Infatti il prof. Jousilahti ha precisato: «Il nostro studio – condotto per ben 16 anni su 20 mila pazienti – era mirato alla prevenzione dell’ipertensione ed è stato fatto su soggetti inizialmente privi della patologia. Ma i risultati sono utili anche per curare chi è già iperteso. I pazienti possono prima modificare i quattro fattori di stile di vita e poi aggiungere i farmaci, se sono ancora necessari per abbassare la pressione».
La certezza derivata dal congresso, cioè che 4 fattori, semplici, a volte banali, spesso sottovalutati e trascurati, possano fare la differenza, deve diventare dunque consapevolezza per la popolazione mondiale, perché come si suol dire “prevenire è meglio che curare”…
Giulia Dell’Uomo