Il nuovo film di Zalone? Una bella giornata, e anche di più

Locandina

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Anche stavolta Checco Zalone ha fatto centro.

Perché il suo secondo lavoro è brillante, tenero, esilarante e non stupido. Perché la comicità spesso ha il dovere di superare le barriere che dividono gli uomini. In particolar modo quando queste generano odio e violenza. Ed ecco allora “Che bella giornata”, che vede, a distanza di un anno dopo il fortunatissimo “Cado dalle nubi”, l’attore barese cimentarsi come responsabile della sicurezza. Ciò che dovrà difendere a tutti i costi è la Madonnina che svetta sul duomo di Milano. Un incarico apparentemente di responsabilità ma che per altri è in realtà solo un modo per evitare che combini disastri, dato il suo assurdo modo di agire nelle situazioni più disparate.

Tuttavia , la Madonnina è presa di mira da due fratelli musulmani, Farah (la graziosa Nahiha Akkari) e Sufien (Mehdi Mahdloo), decisi a farla esplodere per pura vendetta. Il piano è semplice: Farah dovrà frequentare Checco, attirare la sua attenzione e soprattutto il suo cuore per poter arrivare alla preziosa statua e piazzarci una bomba. E il giovane, ignaro di tutto ciò, cade nella rete, anche se la ragazza, con il passare del tempo e della frequentazione, si affezionerà sempre più al suo simpatico amico mettendo in discussione i suoi loschi propositi.

Pur subendo numerose critiche che hanno attaccato la pellicola per le numerose battute rivolte alle tradizioni alle musulmane, il film diretto da Gennaro Nunziante merita numerosi spunti di riflessione e i record di incassi sono più che giustificati. Si ride infatti molto, e con gusto, su molti elementi e luoghi comuni sia della religione islamica che di quella cattolica, con molto spazio satirico dedicato anche alla seconda opzione.

Una scena del film

Una scena del film

Quello che in effetti viene detto, è che spesso il razzismo non nasce da differenze etniche o di credenze, ma dallo stesso modo di porsi nei confronti delle  persone. Proprio le gag di Zalone, alle prese con una curia particolarmente dedita alla fede quanto alla raccomandazione (eccellente Tullio Solenghi nella parte del cardinale Rosselli – da applausi la scena del bacio all’anello – ), un sacerdote di buonissima volontà ma dallo scarso temperamento (Don Ivano, Michele Alhaique) uno zio pugliese (tale maresciallo dei carabinieri Capobianco, continuamente chiamato in causa come personaggio influentissimo nella risoluzione di ogni tipo di problema) che sottolinea come la logica del favoritismo esista sia al Nord come al Sud. Finendo con un amico, Giovanni (Luigi Luciano) che mostra i lati più “imbranati” dell’amore. Il tutto ammette senza peli sulla lingua il modo attuale di essere italiani, ovvero coerenti e incoerenti nello stesso identico tempo.

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