
Il mercatino della speranza contro il mercato degli orrori
Il business della morte sulla pelle degli animali. L’ACL si attiva per fermare l’orrore
di Claudia Loy
Si terrà tra pochi giorni il mercatino di beneficenza ideato dall’ACL (Associazione Canili Lazio Onlus) per raccogliere fondi a sostegno del loro lavoro che li vede attivamente schierati nella difesa di tutti quei cani che oggi si trovano rinchiusi dietro le sbarre, in qualche luogo dimenticato dal mondo. Chi abbraccia questa iniziativa, non sceglie solo di aiutare questi animali, cosa di per sé già meritevole, ma soprattutto affianca una politica che si batte contro il business dei canili.
È già, perché dietro a questa realtà c’è un vero e proprio mercato degli orrori. L’ACL nasce esattamente con questo scopo: monitorare la miriade di canili convenzionati dallo Stato, per verificarne le condizioni effettive in cui versano i cani detenuti. E non è a caso se si utilizza la parola detenzione, quando, il più delle volte, l’arrivo in questi locali stabilisce il punto d’arresto di questi animali, senza speranza di adozione e quindi di libertà. Perché chi decide di aprire dei canili convenzionati, per legge, non è obbligato ad impegnarsi per la ricerca di adozione di questi animali.
Cosa sono allora questi canili? Quale il loro scopo effettivo? Sgomberare il territorio per occultare solo una parte del problema? E che fine fanno gli animali una volta approdati in queste strutture? Sembra proprio che la seconda parte di questa vicenda non interessi a nessuno, tanto meno agli organi statali, predisposti solo allo smaltimento di questi esseri viventi.
Giusto per dare alcune cifre, dai 30 ai 45 euro, è la somma pagata dai Comuni italiani ai gestori dei canili per l’accalappiamento di un singolo cane (fonte ACL – Associazione Canili Lazio Onlus). Per ogni animale “ospitato” in questi canili vengono elargiti dei soldi, presi chiaramente dalle tasse pagate dai contribuenti, per ogni carcassa smaltita si viene profumatamente pagati per il servizio offerto. Ecco come allora si innesca il proficuo business attraverso il riciclo di animali per mezzo della speculazione sulla loro morte. Più cani vengono accalappiati, ospitati ed inceneriti, più si alzano i profitti per chi gioca con il fiorente mercato.
Sempre parlando in termini numerici, 500.000.000 di euro è l’introito annuale complessivo realizzato da chi sfrutta il business sui randagi, grazie alle convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili (fonte, rapporto Zoomafia 2008, Osservatorio Zoomafia della LAV). Ma quali sono i criteri con cui viene stabilita la concessione per l’apertura di questi canili convenzionati? Anche qui conviene spendere due parole. Lo stanziamento viene infatti stabilito tramite gare d’appalto, e chi offre meno è il vincitore selezionato. Come a dire, se per la spesa di ogni cane io chiedo 5, allora un altro candidato come ad un’asta al ribasso offre 4. Ed è ancora più curioso venire a scoprire che i “candidati al quiz” sono tutti imprenditori per mestiere. Apparirà quanto meno bizzarra l’associazione del mestiere con il lavoro per il quale ci si candida.
Si apre un discusso conflitto d’interessi quando a capo di queste strutture ci sono dei mercanti alle spalle. Non possiamo chiaramente generalizzare, ma i casi non sono mancati. Ed è proprio grazie all’operato dell’ACL se oggi sono stati messi sotto sequestro “canili lager”, quale il Giuliano e quello di Sgurgola, entrambe situati a Frosinone. Ma sono ancora tanti i canili convenzionati che continuano ad agire indisturbati nonostante siano stati dichiaratamente denunciati da enti e gruppi no profit. È questo il caso del discusso canile di Rieti che continua impunitamente a compiere i suoi orrori. L’ACL interviene in queste realtà, oltre che facendo opera di monitoraggio, occupandosi delle adozioni in questi luoghi dove spesso non c’è alcun interesse ad impegnarsi in questo senso, e addossandosi spese mediche, perché come è facile immaginare, spesso bisogna intervenire in situazioni d’emergenza per cercare di salvare cani ridotti in fin di vita.
Loro hanno scelto di essere una associazione autonoma e indipendente dissociandosi dalla scia dei canili convenzionati. Chiaramente le spese sono tante, ma ne vale veramente la pena. Il mercatino della “speranza” è una iniziativa che è stata presa proprio al fine di raccogliere soldi, così da poter continuare il loro lavoro.
La raccolta si terrà nella zona di Colle Oppio in via Ruggero Bonghi 23, sabato 31 dalle ore 16,30 alle 18,30. Non ci resta che augurare buona fortuna a questi ragazzi e sperare che l’iniziativa non cadi nel vuoto dell’indifferenza.