Il diario di Emanuela. Da aspirante suora a vittima del prete

La copertina del libro

Emanuela Violani è “solo” uno pseudonimo. Dietro il quale si cela una ragazza crollata nel tunnel dell’alcool e dell’anoressia.  Che aveva scelto per confidente, per amico un prete. Che ne ha capito le debolezze ed ha affondato il colpo nell’animo di una ragazza troppo debole, mentalmente e fisicamente, per reagire.

La terribile storia dell’allora 18enne (ed oggi 26enne ) Emanuela è raccontata in un libro, Diario segreto dei miei giorni feroci, che è già da un anno nelle librerie, ma la cui terribile storia è stata riportata oggi in prima pagina dal Fatto Quotidiano. 

Nel diario Emanuela racconta i suoi anni terribili, ben cinque, in cui la ricerca d’affetto e di interesse trovata nel prete di un paesino di campagna, “don G.“, pagava dazio con le attenzioni sessuali che era obbligata a ricevere, mascherate dal patto scellerato «Cinque minuti di quello che vuoi tu per cinque minuti di quello che voglio io».

Uscite per andare al cinema o in pizzeria, che finivano sempre allo stesso modo: nella camera del novello prete o in una strada di campagna, con i cento ed oltre chili del parroco a soffocare i poco più di 40 chili della quasi inconsapevole ragazza. Il sogno di Emanuela, credente, era di diventare missionaria. Con crudezza scriverà: «Volevo farmi suora e il prete si è fatto me».

La ragazza racconterà di aver cercato aiuto da altri preti, trovando solo un muro di omertà e la voglia di insabbiare tutto. Sentendosi additare come il diavolo che ha indotto in tentazione un uomo di Dio, o una donna effettivamente vittima di violenza, ma di una violenza della quale nessuno doveva sapere nulla.

Emanuela, rintracciata dal cronista del Fatto, ha confessato un tentativo di suicidio. E ha detto che il prete ha continuato a farsi sentire con lei per lungo tempo dopo “l’incidente” (così lo chiama nel libro) che le aveva sfigurato il volto. Prima per umiliarla, poi per cercarla nuovamente.

Quando la ragazza ha trovato la forza per denunciare, per la legge era passato troppo tempo dai fatti. Quando si è presentata dal vescovo ed ha denunciato tutto, ha ottenuto che il prete si confessasse vittima di un “atto di debolezza”. Il tribunale ecclesiastico ha proposto un versamento di beneficenza ad un’associazione da lei indicata. Nient’altro. Emanuela ha rifiutato. Il prete adempie tuttora alle sue funzioni ecclesiastiche.

La prefazione al libro di Emanuela l’ha scritta un prete, Don Virginio Colmegna, che a Milano dirige la Casa della Carità. Ma sulla copertina del libro quel “don” non appare. Troppe contraddizioni all’ombra di Santa Romana Chiesa.

Francesco Guarino

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