
Identikit di donna tra carriera, lavoro, famiglia e discriminazione
E’ donna, ha tra i 31 e i 40 anni, madre di bambini piccoli o ancora in fasce e, per questo, ha una bassissima capacità di conciliare con il datore di lavoro. Troppo alto è, infatti, il rischio di perdere un impiego, seppur umiliante e mal pagato, quando a casa c’è una creatura di pochi anni che ti aspetta. In questi casi, l’identikit perfetto è quello di un’impiegata di una ditta privata, italiana con una formazione professionale piuttosto alta, con contratto a tempo indeterminato e che, nel 67% dei casi, è diventata madre di recente.
A ricavarlo è il rapporto per il 2010 delle Consigliere di parità per la Provincia di Bologna, figure istituzionali che offrono consulenza ed appoggio legale completamente gratuiti per casi di discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Il report sottolinea che, oltre il 50% delle neo mamme, sono costrette ad andarsene dai posti di lavoro o ad accettare mansioni umilianti durante la maternità.
Si tratta, per lo più, di donne che vivono al Sud e che lavorano nel mondo delle professioni, ma con salari più bassi e con difficoltà maggiori di inserimento rispetto ai colleghi. Sono vittime delle cosiddette “3G”, cioè condizioni di Discriminazione in genere, generazione e geografiche. Per loro è quasi impossibile conciliare famiglia e carriera di lavoro. Così tre donne su quattro sono disposte a rinunciare alla maternità per ottenere un ruolo importante in azienda. Ad annunciarlo, questa volta, è un’indagine di Adecco, agenzia interinale, condotta su 2580 lavoratrici. Alla domanda “nella vita cosa desideri di più ?”, le intervistate hanno risposto di voler conciliare vita familiare e carriera.
In realtà sono molte a non riuscirci e, spesso, si devono accontentare di ruoli di minor prestigio rispetto agli uomini. Per seguire i propri figli devono rinunciare al sogno della carriera. Motivo per il quale, molte hanno indicato l’importanza della vita privata e di coppia, al quale non rinuncia il 43, 15% del campione. Tuttavia, è solo l’11,16% delle donne intervistate a voler dire addio a tutto per la scalata ai vertici della società. Si registra, infatti, ancora una forte resistenza da parte degli uomini in posizioni di rilievo e, nel 58,91% delle società che hanno partecipato al sondaggio, le donne che occupano posizioni manageriali sono meno del 20%.
Tuttavia, non sempre la donna è costretta a lasciare il lavoro o ad accontentarsi di posizioni subordinate rispetto all’uomo. Ci sono, infatti, alcune aziende che aiutano i dipendenti e le donne che vogliono conciliare lavoro e vita privata. Quali sono? Vodafone, Enel, Pepsi, Fastweb, il mondo PMI. Per queste società c’è una grande attenzione alla mamma che lavora. A tal proposito, sono state concesse ulteriori facilitazioni per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia, tra cui, per esempio, orari di lavoro più flessibili, possibilità di usufruire del part time almeno fino ai 3 anni del bambino, telelavoro, permessi e garanzie. Tutto questo ha permesso di trattenere in azienda valide professioniste.
Sebbene spesso le donne pecchino di competitività, hanno comunque buone opportunità di carriera nell’ambito del marketing, comunicazione e risorse umane.. Non perdiamo i giovani talenti che possono contribuire l’azienda!
Chiara Campanella
Foto via mamma.pourfemme.it;