I Pre-Raffaelliti alla Tate di Londra

Londra – Chi ama i pittori Preraffaelliti non potrà davvero perdere questa mostra: alla Tate Britain, dopo un lavoro durato cinque anni, si trovano esposte oltre 150 loro opere tra dipinti, sculture, fotografie, disegni e oggetti di arti applicate.

Il primo quadro che si incontra è Isabella (1849), di John Everett Millais, un genio che a undici anni viene accolto alla Royal Academy e che nel 1848, quando di anni ne ha 18, diventa uno dei fondatori della Confraternita.

Assieme a lui altri giovani studenti poco più che adolescenti, i quali si ribellano ai canoni tradizionali della pittura di paesaggio, riscrivendone le regole e utilizzando il simbolismo per raccontare la dimensione bohémienne dell’epoca vittoriana.

Suggestionati dalla cultura medievale, dai racconti biblici e dalla mitologia, questi artisti di epoca vittoriana,  gli unici in Inghilterra ad aver cambiato il mondo, negavano l’accademismo simbolizzato da Raffaello, a favore di una pittura di maggiore spontaneità, rappresentata dai pittori antecedenti al celebre urbinate.

Dunque il rifiuto di Raffaello e di tutta quell’arte che, per realizzare “la bellezza”, ha tradito “la verità”, e sottende una consapevole emulazione della pittura primitiva. Attraverso la tecnica del fuoco ravvicinato sui particolari e l’uso di colori puri disegnano con precisione minuziosa paesaggi dai dettagli infinitesimi, giardini fioriti dai colori vividi, lussureggianti e malinconici al contempo. La loro arte si nutre di suggestioni letterarie e poetiche – da Dante, Chaucer e Shakespeare, a Keats, Shelley, Browning e Tennyson – evocando figure femminili dalla bellezza fulgida, eterea e incantatrice.

John Everett Millais, Ofelia, 1852

Dall’inizio degli anni ’50 iniziano a profilarsi due indirizzi nettamente contrapposti: da un lato i cultori tenaci e sempre più ossessivi della “verità di natura” capeggiati da William Holman Hunt, e dall’altra Rossetti, assorbito in un suo mondo e circondato da seguaci appassionati. Proprio a Rossetti e all’alleanza oxoniana del 1857 con William Morris ed Edward Burne-Jones deve farsi risalire il secondo momento del preraffaellismo che, legatosi poi al Movimento estetico e all’idea dell’”arte per l’arte”, confluirà negli irrequieti ideali decorativi della fine del secolo.

William Holman Hunt rappresenta l’aspetto serio, moraleggiante del preraffaellismo: artista ambizioso, arrogante, ostinato, più dotato di tenacia che di autentica vocazione, vittima di un’eccessiva fiducia negli scopi etici dell’arte (The Lady of Shalott, 1886-1905), risulterà poi sorprendente nell’applicare il suo eccesso di tensione al paesaggio.

Il giovane e dotato Millais, ha saputo fondere inizialmente lo spirito di osservazione di quest’ultimo e il medioevalismo romantico di Rossetti – eccelsa è la sua Ofelia (1852) – per poi intraprendere una parabola discendente abbracciando, in soggetti sentimentali e ritratti di società, un gusto inequivocabilmente vittoriano.

Fortunatamente fa capolino la singolare sensibilità del «misterioso e non inglese Rossetti», come lo definiva Millais, dilaniato da una duplice vocazione di poeta e di pittore: una grande ricchezza, ma anche una continua perdita di identità. Un’ossessione reale che arriverà a risultati di stravagante manierismo. Dante Gabriel Rossetti, come si nota nella sua Astarte Syriaca (1887), individua una linea poi assunta dall’Art Nouveau utilizza metafore espressive poi tipiche del linguaggio simbolista, opera infine una svalutazione di contenuti sentimentali tardoromantici, immettendovi elementi allarmanti e sconvolti, quasi anticipazioni di marca espressionista.

Dante Gabriel Rossetti, Astarte Syriaca, 1887

Così, se da un lato suo erede diretto è Edward Burne-Jones – che esalta, nell’incanto di un sogno estetico (Laus Veneris, 1873-1878), la nostalgia della bellezza e rielabora l’elemento classico in una assoluta libertà da componenti accademiche – dall’altro lato l’ultimo Rossetti prelude agli stridori di Strindberg e di Munch, che con le loro immagini tormentate aprono ai problemi dell’angoscia e dell’eros moderni.

La mostra sottolinea soprattutto il ruolo del preraffaelliti nello sviluppo precoce del movimento Arts and Crafts e la loro influenza sulle idee di William Morris.

Nel 1861 questi fonda la “Morris, Marshall, Faulkner e Co.”, poi “Morris e Co.”, che produce arazzi, tappeti, carte da parati, maioliche, mobili, gioielli, metalli lavorati, generando una vera e propria rivoluzione del gusto con l’intento di recuperare lo spirito dell’artigianato medioevale in antitesi alla brutalità della produzione industriale. Burne-Jones ne diviene il primo e più importante progettista: sarà il più fecondo disegnatore di vetrate dell’Inghilterra vittoriana.

La famosa frase di William Morris: «Non avere nulla nella tua casa di cui tu non conosca l’utilità, o non riconosca la bellezza» portò a un mutamento nella decorazione degli interni, e diventerà proprio il grido di battaglia dell’Arts and Crafts Movement.

Pre-Raphaelites: Victorian Avant-Garde

Londra, Tate Britain, Millbank SW1P 4RG

12 Settembre 2012 – 13 Gennaio 2013

Dal sabato al giovedì: 10.00-18.00; venerdì: 10.00-22.00

Informazioni: www.tate.org.uk

Natalia Radicchio

Foto via http://foto.ilsole24ore.com

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3 Risponde a I Pre-Raffaelliti alla Tate di Londra

  1. avatar
    annarita 28/10/2012 a 18:28

    Articolo che ho letto con interesse, in vista della visita alla mostra. Posso avere un chiarimento sull’ultimo periodo? Manca qualcosa dopo “portò a un…” che rende incompiuto il senso della frase.
    Grazie e cordiali saluti, Annarita

    Rispondi
  2. avatar
    Natalia 28/10/2012 a 23:18

    Grazie del commento Annarita. Scusa la svista e buona visione… ne vale davvero la pena! Un caro saluto,
    Natalia

    Rispondi

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