
Halloween, la notte delle streghe e non solo

Castello della Rotta a Moncalieri
Tempo di magia, streghe, zucche, incantesimi, di morti e non..e chi più ne ha più ne metta. Quale occasione migliore per andare alla scoperta del lato oscuro del nostro Paese e fare una vista virtuale a castelli e dimore d’Italia? Ma attenzione! Che abbiano però un requisito fondamentale: i fantasmi!
Presenze inquietanti che infestano le stanze, che appaiono e scompaiono senza spiegazione, rumori insoliti di catene, lamenti e risate che nascono dal nulla, ombre vaghe che aleggiano tra le mura, quadri sanguinanti. Leggende, verità e credenze tramandate negli anni, nei secoli, raccontate da anziani e non. Luoghi misteriosi che stuzzicano la fantasia di novelli ghostbuster che si aggirano tra le stanza cercando di avvistare qualche segnale.
Il più rinomato tra i castelli degli orrori è senza dubbio il Castello della Rotta a Moncalieri. Qui pare persino che siano più gli spettri che i vivi! Apparizioni documentate con foto pubblicate su libri e giornali testimoniano un’attività spettrale al di la dell’immaginabile. Primi fra tutti un sacerdote, la cui inquietante ombra è presenza costante: un uomo vestito in abito talare e assiso su uno scanno episcopale, murato vivo nel Quattrocento. Ancora la figura di una giovane donna, di nobili origini, il cui bianco spettro d’autunno vaga nei pressi del maniero dal giorno della sua morte, quando si gettò nel vuoto dalle mura del vecchio castello. Non poteva mancare il bambino a chiudere questo quadretto tutt’altro che familiare. Ucciso dai cavalli di passaggio che travolsero quel corpo che diafano ancor oggi aleggia indisturbato. Dulcis in fundo queste anime in pena si riuniscono una volta l’anno e incappucciati in processione vagano nelle notti di giugno illuminati da lugubri fiaccole accese. Un rito forse associato alla presenza dei Cavalieri Templari, accusati di eresia e mandati al rogo ai primi del Trecento.
A Trento si trova il fantasma del castello “del Buonconsiglio”, mentre lo spettro della Contessa Dina si incontra invece fra i ruderi di Castel Romano, in Trentino. Una triste storia circonda la lussuriosa nobildonna, accoltellata da un cardinale da lei sedotto e abbandonato. La soprannominata “dama bianca” si palesa attraverso spaventevoli suoni nel luogo definito “la casa del diavolo”.
Rumori inquietanti si odono la notte del 31 dicembre a mezzanotte nel parco del parco del “Bosco Romagno”, tra Corno di Rosazzo e Cividale del Friuli. Il suono di una carrozza che corre e il grido del cocchiere che incita i cavalli per sfuggire dai ladri. Ma la corsa ebbe termine proprio qui, in un pozzo senza fondo avvolto nel mistero.
I sotterranei e le segrete di Castello D’Arco ospitano invece i signorotti sanguinari e violenti della casata. Un maniero che la leggenda vuole abbia 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno, e 100 stanze. Numeri e simboli legati ai fenomeni paranormali, così come le sue insolite dimensioni e la struttura architettonica, segno di interventi soprannaturali.
A Trieste l’incantevole castello di Miramare è considerato di per se come luogo infatuo. Abitato da membri di case regnanti, come gli Asburgo e i Savoia, morti in circostanze tragiche tutte riconducibili alla sua maledizione.
Si narra invece di un tesoro nascosto custodito da diavoli e fantasmi, al castello di San Servolo e di Saciletto o l’arrivo del fantasma del Castello di Sorci, annunciato ogni anno a mezzanotte dal rumore di catene e ferraglie.
Ad infestare Rocca di Pergola non è lo spettro del Duca Valentino che si trova invece a Sassocorvaro, cittadina della provincia di Pesaro Urbino, ma quello di alcune sue vittime: la lamentosa riecheggia l’agonia di un signorotto strangolato insieme ai figli da Cesare Borgia.
Baldaccio d’Anghiari, capitano di ventura ucciso in un’imboscata da dei sicari, compare a settembre al Castello di Sorci, in provincia di Arezzo, nell’anniversario della sua morte, voluta da Bartolomeo Orlandini, Gonfaloniere di Giustizia a Firenze, nel 1441. Decapitato in piazza della signoria, il suo spettro appare così, senza testa.
A Palazzo Ducale di Urbino, fastosa dimora dei Montefeltro, compare una semplice servetta, che non si lagna ne lamenta, ma lava all’infinito i pavimenti delle stanze.
Al Castello di Verrès sono ambientati spettrali festini e danze lugubri. La bella Bianca di Savoia si duole qui per l’eternità per il suo amore contrastato. Bianca di Challant, ebbe diversi amanti che faceva regolarmente assassinare. Scoperta dal marito fu decapitata e ancora oggi con un bacio tenta di sedurre i visitatori del castello.
Una storia analoga per Caterina di Chatillon, che accusata di stregoneria per il suo fascino ammaliatore, vaga tristemente nel Castello di Chatillon e nella cosiddetta Maison du Compte, a Brusson Fontaine, guardando il paesaggio al di la della finestra e asciugandosi le lacrime.
Gli spettri di Avalda, l’amante di Ezzelino da Romano e di Jacopino da Carrara, signore di Monselice, morto dopo diciassette anni di prigionia si trovano al Castello di monte Selice in provincia di Padova.
Un ultima tappa di questo tour degli orrori è il castello di Gropparello, in provincia di Piacenza che nel 1200 fu teatro di un tragico evento, il marito Pietrone da Cagnano fece murare viva la moglie Rossania Fulgosio, accusata di avere una relazione clandestina con Lancillotto Anguissola. Strazianti grida femminili si odono nelle notti di vento spezzando un innaturale silenzio.
Queste leggende, e molte altre ancora si nascondo in tutta la penisola. Documentate, fotografate, studiate…
Credere o non credere..questo è il dilemma!
Chiara Albricci
Foto | via www.buscatube.com; http://www.31dicembre.info