Grecia, Berlino alza il muro della troika su Atene

La Germania rimane inamovibile su troika e austerity, mentre la Bce sospende i finanziamenti alle banche greche. La Grecia appare tuttavia molto determinata

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Wolfgang Schauble (a sinistra) e Yanis Varoufakis (a destra): si fa sempre più ampio il divario nei negoziati tra Germania e Grecia (foto: tovima.gr)

Si alza sempre di più il muro che separa la Grecia, da un lato e la Germania e gli istituti finanziari internazionali, dall’altro. Dopo l’incontro tra  Draghi e il ministro delle finanze di Atene, Varoufakis, la cui unica conseguenza è stata la prossima chiusura dei canali di credito agevolati per la Grecia, anche il faccia a faccia con l’omologo tedesco Wolfgang Schaeuble non ha portato buone notizie, dilatando nei fatti il fossato tra le due diverse concezioni di ripresa economica.

BCE RIMUOVE LA DEROGA – Il primo colpo al “fronte greco” è arrivato nella serata di ieri dalla Banca Centrale Europea, che ha revocato ad Atene la possibilità, a partire dal prossimo 11 febbraio, di utilizzare i titoli del debito pubblico come garanzia in cambio di liquidità, sancendo di fatto la sospensione del finanziamento alle banche greche. Un circuito del quale la Grecia beneficiava in maniera eccezionale, nonostante i suoi titoli di Stato non fossero conformi agli standard richiesti, in virtù del programma di risanamento intrapreso e dagli accordi stipulati tra Atene e la troika.

LO SPORTELLO DI EMERGENZA – Una decisione che lascia alle banche greche solamente il ricorso all’ELA – Emergency Liquidity Assistance – attraverso il quale potranno ottenere liquidità dalla Banca Centrale Greca utilizzando i titoli sovrani. Una misura che tuttavia la Bce può decidere di sospendere, qualora in questo senso votino i due terzi dei soci. Un’ipotesi tutt’altro che irrealistica, se si considera che proprio i direttori delle banche centrali hanno spinto verso la sopracitata sospensione della deroga, che potrebbe essere discussa già alla riunione del 18 febbraio prossimo.

PROCEDURE TECNICHE, DECISIONI POLITICHE – Una serie di misure che, per quanto prese nel rispetto delle procedure a cui la Bce fa riferimento, nascondono, neanche troppo velatamente, un esplicito messaggio politico: o la Grecia prosegue con la troika, oppure gli appigli si esauriscono qui. Un messaggio arrivato correttamente ad Atene, che, dal canto suo, ha fatto sapere che «la Grecia non fa ricatti e non li accetta».

ALTRI CANALI DI LIQUIDITÀ – Nonostante le pessime notizie comunque, il ministro delle Finanze Varoufakis è apparso piuttosto ottimista, affermando che il settore finanziario greco resterà «totalmente protetto», grazie ad altri canali di liquidità tuttora disponibili. «Il governo – si legge in una nota emessa da Atene – resta deciso nell’obiettivo del suo programma di salvezza nazionale approvato dal voto del popolo greco».

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“O troika o niente”, il messaggio dalla Bce è arrivato dritto ad Atene (foto: thetoc.gr)

PORTE CHIUSE A BERLINO – Un ottimismo che tuttavia non si è materializzato nell’incontro che oggi il ministro delle Finanze greco ha avuto con il suo omologo tedesco Schaeuble. La Germania, difatti, ha scartato esplicitamente sia l’ipotesi di una riforma della troika, sia un cambiamento del meccanismo di valutazione dei programmi di salvataggio. Atene, dal canto suo, chiede di avere tempo fino a maggio per poter presentare le sue proposte di soluzione. Di troika, Tsipras non vuole nemmeno sentirne parlare: «La troika è completamente finita – ha affermato oggi intervenendo dinanzi al gruppo parlamentare di Syriza. Abbiamo un impegno con le regole dell’Unione Europea anche se non siamo d’accordo con esse. Ma le rispettiamo e rispetteremo la regola che riguarda i bilanci senza deficit. Ma l’austerità e gli irraggiungibili avanzi primari – ha concluso il premier greco – non costituiscono le regole istitutive dell’Ue».

PERCORSI FUTURI – La situazione, all’apparenza irrisolvibile, rimane in continua evoluzione, con entrambe le parti interessate a trovare un accordo che eviti il peggio. Il 12 febbraio è previsto il Consiglio Europeo, sede in cui probabilmente avverrà il primo faccia a faccia tra Tsipras e Angela Merkel. Nel frattempo, l’agenzia Bloomberg ha dichiarato che, qualora la Grecia non dovesse rinnovare il programma di aiuti, rischierà di non poter far fronte ai pagamenti in scadenza il 25 marzo, ritrovandosi, di fatto, in una situazione di default e, di conseguenza, fuori dall’euro. Un evento che rischierebbe di provocare un effetto domino, a livello sia economico che politico, le cui conseguenze ricadrebbero inevitabilmente anche su Berlino.

 

 

Carlo Perigli
@c_perigli

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