Giustizia, Berlusconi: «Riforma mancata? Colpa di Gianfranco Fini»
Nuovo affondo di Silvio Berlusconi su Gianfranco Fini
ROMA – I vecchi rancori non muoiono mai. Il presidente del Consiglio è tornato ad attaccare Gianfranco Fini: «Dal 1994 in poi nelle campagne elettorali ci siamo impegnati a rifondare la giustizia, ma i nostri sforzi sono stati puntualmente vanificati perché Fini e i suoi, giustizialisti e statalisti, si sono messi sempre di traverso, in accordo con le correnti di sinistra della magistratura».
GOVERNO PIÙ UNITO – Sottolineata, poi, la positività dell’uscita degli uomini di Futuro e libertà dalla maggioranza di governo. «Ora che Fini e i suoi non sono più con noi, la maggioranza – anche se più limitata nei numeri – è più coesa e determinata e questo ci consentirà di portare in Parlamento una riforma costituzionale della giustizia assolutamente equilibrata e moderna».
Gianfranco Fini
LA RIFORMA – Berlusconi ha sottolineato ancora una volta come non si tratti di una legge ad personam, perché «non si applica ai processi in corso». Non manca, poi, la polemica con la magistratura con la citazione di Toqueville. Secondo il premier, infatti, la riforma della giustizia servirebbe per evitare la «dittatura dei giudici». L’obiettivo, secondo il presidente del Consiglio, è «restituire ai cittadini la fiducia in un servizio fondamentale dello Stato quale deve essere la giustizia giusta, che si ottiene attraverso un giusto processo, il processo dove l’accusa e la difesa sono poste sullo stesso piano di fronte a un giudice finalmente terzo, finalmente indipendente dal pm».
ATTACCHI DELLE TOGHE ROSSE – «Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane – continua Berlusconi – dovremo rispondere ai numerosi attacchi che la sinistra e le toghe rosse hanno già iniziato a rovesciarci addosso». Il riferimento è alle udienze processuali che lo vedranno impegnato: il 21 marzo per il caso Mills e il 6 aprile per il caso Ruby.
Nicola Gilardi
