
Giro d’Italia, Wouter Weylandt è morto dopo la caduta in discesa
RAPALLO – La speranza è già finita. Il corridore belga Wouter Weylandt è morto sull’asfalto, dopo la terribile caduta che lo ha coinvolto nella terza tappa del Giro d’Italia, da Reggio Emilia a Rapallo di 173 km.
L’annuncio ufficiale è stato dato dal professor Giovanni Tredici dall’unità di soccorso mobile: i medici non hanno potuto nulla per salvare Weylandt, rovinosamente precipitato nella discesa a circa 23 km dall’arrivo. Le condizioni del ciclista erano apparse disperate sin dai primi momenti successivi alla caduta, quando Weylandt è stato rinvenuto sull’asfalto esanime con una copiosa fuoriuscita di sangue dal naso. Secondo le prime ricostruzioni di chi si trovava sul posto, Weylandt ha sbattuto con il pedale sinistro contro un muretto che ha innescato la caduta. Poi il corridore ha compiuto un volo di circa 20 metri, probabilmente finendo al di sotto di un tornante. L’elicottero dei soccorsi non è potuto atterrare sul luogo dell’incidente a causa della mancanza di spiazzali adeguati all’atterraggio ed ha sorvolato invano la zona per diversi minuti.
La caduta è avvenuta alle 16.20 circa e i medici intervenuti sul posto hanno praticato immediatamente il massaggio cardiaco a Weylandt. L’atterraggio dell’eliambulanza è avvenuto quasi un’ora dopo e la cosa non mancherà di suscitare aspre polemiche: date le gravissime condizioni del corridore era possibile pensare di spostarlo immediatamente con un’ambulanza o procedere ai soccorsi sul luogo attendendo l’elicottero era l’unica strada percorribile?
«Weylandt è stato vittima di una caduta la cui dinamica è in fase di ricostruzione – ha detto il professor Tredici – Siamo arrivati subito ed era già in stato di incoscienza. Le condizioni erano già compromesse, abbiamo provato per 40 minuti a rianimarlo ma nonostante questo non c’è stato nulla da fare». Wouter Weylandt è la quarta vittima di sempre sulle strade del Giro d’Italia.
Redazione