
Giovani italiani, è tempo di vacanza o di lavoro?
L’anno accademico e scolastico è finito, quasi per tutti, tranne per chi sta sostenendo ancora esami di maturità o altri esami all’università. Siamo comunque agli sgoccioli. Ancora pochi giorni e tra i banchi di scuola e nelle aule universitarie regnerà il silenzio. Allora comincerà ufficialmente l’estate e inizierà il grande dilemma: come e dove trascorrere i mesi di vacanza? Al mare, in montagna, all’estero? La scelta diventa ancora più importante se magari si ha appena finito l’università oppure se ci si è diplomati da poco e la preferenza di dove e come trascorrere le vacanze può alla fine diventare una vera e propria scelta di vita. Riposarsi oppure magari andare all’estero per migliorare la lingua e mantenersi svolgendo qualche lavoretto?
Sono tanti i giovani italiani che scelgono questa seconda opzione. La causa ? Ce ne sono tante. La prima è sicuramente legata alle tristi condizioni e prospettive economiche del nostro Paese, dove trovare un posto fisso di lavoro assomiglia sempre di più ad un sogno irrealizzabile. Allora, trascorrere un luglio ed agosto a lavorare in un Paese straniero diventa non solo una vacanza, ma anche un’opportunità. E’ un modo per iniziare un percorso occupazionale virtuoso, acquisire nuove competenze, imparando una nuova lingua o semplicemente pensando di fare un’esperienza di vita breve, magari con l’obiettivo, a medio termine di lasciare l’Italia e di trasferirsi oltre confine.
Il nostro Paese, infatti, inutile ripeterlo, non è un paese per giovani. Inoltre, andare all’estero è sicuramente un modo per accrescere il proprio bagaglio di competenze, incontrare persone di culture diverse e assaporare un’esperienza di vita da “vero lavoratore”. Le retribuzioni medie, infatti, sono in tutti i casi, superiori a quelle italiane: un cameriere assunto in un ristorante a New Castle può arrivare a guadagnare fino a 11 sterline l’ora; mentre un venditore di prodotti assicurativi di un’agenzia di Glasgow ha uno stipendio entry level che parte da 1.600 sterline al mese, circa 1.800 euro. Non sono proprio pochi spiccioli, soprattutto per i giovani neo laureati, costretti in Italia a svolgere più lavori ( scusate stage ) per arrivare a 1000 euro al mese, se va bene.
A questo punto, stando così la situazione da dove iniziare? Per capire cosa significa emigrare, perché non cominciare come cuoco, cameriere, commesso, animatore turistico o raccoglitore di frutta e verdura? Secondo le stime, sono oltre ventimila i giovani che si disperdono per tutta Europa per un lavoro stagionale e, la maggior parte di loro, finisce per non tornare più in patria, se non per mangiare una pizza, bere un caffè o andare al mare, magari in Puglia e nel Salento o andare a trovare i propri genitori e amici.
Tra le mete più ambite, ovviamente ci sono le capitali e le località turistiche più frequentate come la Spagna, la Gran Bretagna e, sempre di più, i Paesi Scandinavi e la Germania. Sono luoghi che consentono di coniugare lavoro e vacanza. I servizi all’interno degli alberghi, i ristoranti sono le occupazioni che attirano di più i giovani e quelle più abbordabili per chi ancora non conosce bene la lingua. Ecco quindi che sempre più spesso crescono le opportunità di trovare un impiego come raccoglitore di frutti di bosco in Inghilterra, di mele nella Loira, di tabacco in Alsazia. Sempre più giovani sono ricercati per lavorare in una fattoria in Cina o in Perù e nella grande distribuzione degli Stati Uniti che li impiega per far fronte alle ferie estive dei propri dipendenti o nei call center.
Tuttavia, gli italiani sono molto richiesti anche in ambito ingegneristico, sanitario e farmaceutico, aree di eccellenza nel nostro Paese. C’è l’imbarazzo della scelta, basta solo avere un po’ di coraggio e la voglia di arricchirsi di nuove esperienze. Magari può essere più semplice per i più giovani, appena usciti dall’università che pensano di andare a fare una breve vacanza- lavoro e poi magari finiscono per trovarsi bene all’estero, per l’organizzazione, servizi e quanto altro. Allora, capiscono che vale la pena rimanere lì e magari anche formare una famiglia. Oppure per chi dovesse avere troppa nostalgia di casa, sa bene che le porte d’ingresso nel nostro Paese sono sempre aperte. L’importante è capire quale strada intraprendere…
Chiara Campanella
Fonte: il Sole 24Ore; foto via www.comefaretutto.com; gazzettadellavoro.com; comefaretutto.comcomefaretutto.com