Giorno della memoria: il cinema non vuole dimenticare

Nel panorama del giorno della memoria, anche il cinema ricorda attraverso film e storie, in particolare con cinque pellicole indimenticabili

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Giornata della Memoria 2016

Il tema dell’Olocausto, purtroppo, ritorna nella quotidianità della gente solo durante il Giorno della Memoria. Un evento più che tragico: uno scandalo nella storia dell’umanità. Una macchia indelebile che è giusto non cancellare: un errore da sottolineare, affinché non si debba ripetere. Non esiste tema storico affrontato come quello del genocidio ai danni del popolo ebraico. Musica, eventi, mostre e molto altro si prodigano per descrivere ciò che è stato. Anche il cinema non è da meno. La settima Arte, infatti, ha eseguito molti film dedicati all’argomento in questione. Quali sono gli imperdibili? Quali quelli da vedere a tutti i costi?

I FILM TRATTI DAI ROMANZI - Molti film sono tratti da romanzi o da storici resconti dell’epoca. Tanti si basano sui libri che hanno raccontato l’umiliazione e la paura della persecuzione, l’atrocità dei lager e l’assurdità del fatto stesso. Si pensi a La tregua di Primo Levi, dove l’autore parla del suo ritorno in Italia dal campo di Auschwitz: nel 1997 Francesco Rosi ne dirige il film, dall’omonimo titolo, con John Torturro, Massimo Ghini e Claudio Bisio. Molte pellicole hanno dato anche un Oscar. Si pensi a La scelta di Sophie di William Styron, da cui nel 1982 Alan J.Pakula crea un film che darà il secondo Oscar a Maryl Streep; oppure il film tratto da Il diario di Anna Frank che diede la statuetta a Shelley Winters nel 1960. Sceneggiature già create, che registi e attori hanno avuto davanti a sé e ai quali hanno dato corpo e anima, come Schindler’s List, tratto dal romanzo di Keneally, divenuto film nel ’93 e vincitore dell’Oscar come miglior film. Altri non sono stati nominati, ma hanno sempre colpito la mente dello spettatore, aumentato la cultura in merito all’argomento e reso omaggio a vite distrutte e altre eroiche. Si pensi a Il bambino con il pigiama a righe del 2008 o al devastante Andremo in città del ’66.

IL PIANISTA - E’ cinico fare una classifica di film da vedere durante la giornata della memoria. Pellicole come Monsieur Batignole, Train de vie, Rosenstrasse, Amen, Music Box, La chiave di Sara: tutte sono capaci a farci riflettere, a ricordare l’ingiustizia di quegli anni. Alcuni però sono indiscutibili. Tra questi c’è Il pianista. Il film è tratto dalle memorie del compositore  polacco Władysław Szpilman, diretto da Roman Polanski e interpretato da Adrien Brody. La particolarità che rende questo film ‘necessario’ è la fedeltà con cui il regista polacco descrive il ghetto di Varsavia, comprese torture ed umiliazioni. La risposta sta nella biografia di Polanski, il quale, durante quegli atroci anni, era lì, tra quelle mura. Scene come il disabile gettato dal balcone o il bambino ucciso mentre tenta di scappare non sono, probabilmente, frutto di una fantasia. Il regista, inoltre, ha utilizzato la sua memoria personale per la ricostruzione del ghetto stesso. Il film ha vinto tre Oscar (tra cui miglior attore e miglio regia) e molti premi internazionali.

Scena de Il pianista (movieconnection.it)

JAKOB IL BUGIARDO - Altro grande film sull’olocausto è Jakob il bugiardo, in particolare il remake del 1999 con il compianto Robin Williams. Pellicola tragicomica, parla di un polacco che, a causa di una notizia saputa di sfuggita da una radio, sente l’imminente arrivo delle truppe sovietiche. Una speranza gira nel paese, con gli ebrei che tornano a credere in un futuro nuovo, sostenuti dalla credenza che Jakob stesso abbia una radio: notizia falsa, che l’uomo però non contraddice per lasciare quel tocco di positività nella vita della gente. Un film che alterna speranza e morte, desiderio e incredulità: un film che fa credere anche chi lo vede da spettatore.

LA VITA E’ BELLA - Tra i film in questione ovviamente non poteva mancare lei: la pellicola che ha dato la celebrità internazionale a Roberto Benigni. Della storia si sa tutto ormai: un amore che nasce, cresce e crea la vita, per poi disperdersi in quei campi di sterminio, dove tutto è tristezza e morte. Una vita però non si arrende per il bene del figlio, convincendolo che tutto ciò che vede è nientemeno che un gioco di ruolo: chi rimane per ultimo, vince un carrarmato vero, sogno eterno del piccolo. La vita è bella è da inserire non tanto per la fama e per il tanto parlarne, ma perché osserva l’olocausto con la semplicità negli occhi, con la leggerezza di un gioco, senza risparmiare sofferenza, male e tristezza.

KAPO’ - E’ stato tra i primi film italiani ad affrontare l’argomento. Kapò, del 1959 e firmato Gillo Pontecorvo, narra di una giovane che da vittima diventa carnefice: pur di salvarsi, si unisce ai nazisiti diventando guardiana dei prigionieri e aguzzina. Una storia assurda, che segue la linea del pensiero de La banalità del male, ideato dalla celebre filosofa tedesca Hannah Arendt. Un film drammatico, forte, di rabbia e pentimento.

Il celebre suicidio di Terese (Emmanuelle Riva) in Kapò
(foto premiere.ladmedia.fr)

VENTO DI PRIMAVERA - Tra i più giovani, c’è Vento di primavera del 2010. La pellicola francese narra del rastrellamento del Velodromo d’Inverno, avvenuto a luglio del ’42 a Parigi, durante cui furono arrestati, in seguito deportati, molti ebrei: rastrellamente avvenuto dalla polizia francese, complice dei nazisti. Una denuncia fratricida, che la Francia, purtroppo, non ha ancora accettato del tutto e in parte continua anche a negare.

Nelle sale, in questi giorni, è sicuramente da segnalare Il figlio di Saul: film candidato agli Oscar 2016. Una storia che si svolge tra i campi di sterminio, mostra cosa gli stessi ebrei erano costretti a fare, vedere ed eseguire in quei luoghi dove Dio si era dimenticato degli uomini. Momenti che il cinema non onora solo durante la ‘giornata della memoria’ ma, per fortuna, per quanti atroci, rende vivo il ricordo e la speranza che non accadano mai più eventi del genere.

Francesco Fario

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